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Medicalcannabis NEWS
29.04.04

MARCIA INDIETRO DEL MINISTERO DELLA SALUTE SULLA IMPORTAZIONE DI CANNABINOIDI DALL'ESTERO

Importare farmaci a base di cannabinoidi dall'estero e' possibile.
Lo stabilisce il decreto ministeriale 11 febbraio 1997, che regolamenta le modalità di importazione in Italia di specialità medicinali poste regolarmente in vendita in Paesi esteri ma non autorizzate all'immissione in commercio sul territorio nazionale.

I pazienti che vogliono utilizzare questa possibilita' debbono mettere in atto una complessa procedura (vedi sotto) che richiede la collaborazione del medico curante e la intermediazione della farmacia della ASL di riferimento.

Grazie a questa procedura, attivabile, e' il caso di ribadirlo, su richiesta del medico curante, alcuni pazienti affetti da sclerosi multipla sono riusciti ad ottenere un regolare approvvigionamento di dronabinol e nabilone, due cannabinoidi sintetici utilizzati anche per il trattamento dei sintomi della loro malattia. In questi pazienti il farmaco, ha prodotto notevoli miglioramenti della qualità della vita, come la riduzione della spasticità e dei tremori e il recupero della capacità di deambulazione.

Cannabis terapeutica:
cura a ostacoli

Procedura per l'importazione di farmaci cannabinoidi

La testimonianza di una paziente

Recentemente alcuni di essi tuttavia, alla reiterazione della richiesta di importazione, che il decreto stabilisce vada ripetuta ogni trenta giorni, si sono visti opporre un rifiuto in ragione del fatto che il Ministero avrebbe recentemente deciso di evadere solo le richieste avanzate da parte di un medico specialista ospedaliero. Il Ministero della salute non ha prodotto alcuna motivazione scritta a sostegno di tale decisione, nonostante reiterate richieste formulate in tal senso dalle farmacie ospedaliere delle ASL coinvolte.

L'attenzione sulla vicenda è stata richiamata da una interrogazione parlamentare depositata presso la Commissione Affari Sociali della Camera (primo firmatario on. Battaglia, DS , cofirmatari on. Katia Zanotti, Grazia Labate, Luigi Giacco e Giuseppe Petrella) e discussa in commissione lo scorso 29 aprile, alla presenta del sottosegretario alla salute Cesare Cursi.

Testo dell'interrogazione parlamentare

Testo della risposta del Sottosegretario alla Salute

I firmatari della interrogazione hanno chiesto di sapere:

"se e chi del Ministero della salute abbia preso la decisione di evadere solo le richieste avanzate da un medico specialista ospedaliero e non dal medico curante, così come stabilisce l'articolo 2, comma 1, del decreto ministeriale 11 febbraio 1997, e perché sia stata presa tale decisione, secondo gli interroganti, in palese contrasto con quanto stabilito dal decreto ministeriale sopra citato;"

"per quali ragioni, il Ministero non abbia ancora fornito una motivazione scritta a sostegno di tale eventuale decisione;"

"come il Ministero della salute intenda comportarsi, tenuto altresì conto che le scorte di farmaco dei pazienti fruitori di questa terapia si stanno rapidamente esaurendo."

Rispondendo all'interrogazione il sottosegretario Cursi ha sostenuto che “Il Ministero della salute non ha mai richiesto, per l 'autorizzazione all 'importazione di un medicinale stupefacente o psicotropo, la ricetta di un medico specialista ospedaliero, essendo sufficiente, ai sensi della vigente normativa, la prescrizione del medico curante.”

Che succede allora al Ministero della Salute? L'iniziativa di bloccare le prescrizioni di alcuni pazienti e' solo il frutto dell'inventiva di qualche troppo solerte funzionario? E se e' cosi chi ha autorizzato, per esempio, la stampa dei nuovi moduli per la richiesta di importazione, in cui e' chiaramente specificato che e' necessaria la prescrizione di uno specialista ospedaliero ? Sono tutti dubbi che la laconica risposta del sottosegretario Cursi non ha risolto.
Nella sua replica l'on Grazia Labate ha auspicato pertanto "che il sottosegretario attivi la direzione generale del farmaco affinche' si faccia chiarezza sui comportamenti posti in essere."

 

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