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Carta d'intenti della
Associazione per la Cannabis Terapeutica (ACT)

 

L'uso terapeutico dei derivati della Cannabis è praticato sin dall'antichità, e negli ultimi decenni sono divenute sempre più numerose le evidenze scientifiche a sostegno del fatto che tali sostanze sono in grado di offrire sollievo ad un'ampia varietà di sintomi legati a differenti patologie.

In alcuni Paesi (USA, Canada ,Gran Bretagna, Germania, Olanda) ciò ha portato alla registrazione, nella Farmacopea Ufficiale, di farmaci a base di cannabinoidi quali rimedi ufficialmente accettati per il trattamento della nausea dei pazienti sottoposti a chemioterapia e per la stimolazione dell'appetito nei pazienti affetti da AIDS.

La recente scoperta dell'esistenza di un gruppo di sostanze prodotte dal nostro organismo, i cosiddetti endocannabinoidi, che interagiscono fisiologicamente con gli stessi recettori dei cannabinoidi naturali, ha dato inoltre un notevole impulso alla ricerca scientifica in quest'ambito, creando le premesse per una generale rivalutazione del potenziale ruolo terapeutico dei cannabinoidi.

In molti Paesi sono in corso studi clinici per saggiare l'efficacia di queste sostanze nel trattamento della spasticità presente nella sclerosi multipla o le lesioni midollari, nella terapia di svariate forme di dolore cronico, nella cura delle lesioni neuro-degenerative di patologie quali l'ictus cerebrale o i traumi cranici.
Esistono, ancora, numerose testimonianze di pazienti che, in seguito all'uso di tali sostanze, hanno avuto notevoli benefici: epilettici che riescono a controllare le loro crisi convulsive, pazienti affetti da glaucoma che riescono a mantenere la loro pressione oculare a livelli normali.

Da questo globale processo di rivalutazione l'Italia si trova, inspiegabilmente, tagliata fuori. Non esistono a tutt'oggi nel nostro paese cannabinoidi registrati nel prontuario farmaceutico né fonti legali di approvvigionamento a fini di sperimentazione medica (nonostante la Cannabis sia ancora oggi inserita nelle tabelle della Farmacopea Ufficiale) e pertanto un medico che decida di curare con la canapa non ne ha la possibilità o comunque trova moltissimi ostacoli, per la qual cosa i pazienti che desiderino procurarsela non hanno spesso altra possibilità che rivolgersi al mercato nero o coltivarsela in proprio rischiando anche l'arresto.

Per quanto ci si sforzi non riusciamo proprio a capire perché si debba continuare a proibire l'uso terapeutico di una sostanza che può dare sollievo a chi soffre, e che sotto il profilo farmacologico risulta molto meno tossica e molto più sicura di molti farmaci regolarmente in commercio. Questa situazione è inaccettabile per un Paese civile !

Da queste premesse è nata la decisione di dare vita in Italia all'Associazione per la Cannabis Terapeutica (ACT), la cui assemblea costitutiva ha avuto luogo il 4 marzo 2001 a Parma.

Nelle intenzioni dei promotori nasce come uno spazio comune a pazienti, a medici e a tutti i cittadini che vogliano impegnarsi per colmare il ritardo del nostro Paese su questo terreno.

Le finalità statutarie della associazione sono:

a) agevolare, promuovere e sostenere la ricerca scientifica sulla Cannabis e sui cannabinoidi (endogeni, naturali o di sintesi ) a fini terapeutici

b) intraprendere e condurre iniziative di divulgazione e di aggiornamento scientifico all'interno del mondo medico-sanitario, per diffondere le conoscenze sugli usi terapeutici dei cannabinoidi;

c) svolgere opera di informazione e sensibilizzazione nei confronti della popolazione in generale e delle autorità pubbliche in particolare sul rilievo medico e sociale della ricerca scientifica sui cannabinoidi e sui loro usi terapeutici;

d) agevolare l'accesso alla terapia con cannabinoidi dei pazienti che ritengano di averne bisogno per la loro malattia; sostenerli in eventuali azioni, anche legali, a difesa del proprio inalienabile diritto alla salute e al benessere, anche a fronte di carenze o ostacoli di natura legislativa e normativa;

e) promuovere tutte le iniziative individuali e collettive atte a modificare, nel senso più utile ai pazienti, le norme di legge e le disposizioni ministeriali che ostacolano o limitano l'accesso alla terapia medica con cannabinoidi, o la rendono di fatto non equivalente ad altre terapie farmacologiche; f) promuovere e favorire la raccolta di dati epidemiologici, sociali e scientifici sugli usi terapeutici dei cannabinoidi;

 

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