Rassegna stampa 2009 |
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19 ottobre 2009
Obama difende l'uso della marijuana per le terapie
L'attività di Fbi e Dea si dovrà concentrare solo su quanti spacciano illegalmente la marijuana
WASHINGTON – Obama sposa la causa della marijuana a fini terapeutici. Quattordici dei cinquanta stati americani ne autorizzano già la coltivazione e lo smercio come farmaco, ma sotto il presidente Bush le autorità federali potevano impedirlo, gli arresti e le incriminazioni erano frequenti. Sotto Obama non potranno più, i coltivatori e commercianti di “marijuana medica” come vengono chiamati saranno liberi di svolgere la loro attività. Il presidente non crede che le Procure federali abbiano questa discrezionalità, ha indicato la Casa Bianca, e riconosce l’autonomia degli stati. Obama, ha aggiunto la Casa Bianca, desidera che l’Fbi e la Dea, la polizia federale e l’antidroga, si concentrino su quanti spacciano illegalmente la marijuana.
I REPUBBLICANI: «ALIMENTA IL VIZIO» - La rettifica di rotta era stata anticipata dal ministro della giustizia Eric Holder a marzo, suscitando l’ira dei repubblicani, secondo cui l’amministrazione democratica “alimenta il vizio”. Dopo alcuni mesi d’impasse, Obama ha deciso di procedere, in consultazione con l’Associazione medica americana e coi governatori dei quattordici stati. Il provvedimento, riferisce la Casa Bianca, verrà emanato a ore. La notizia è stata accolta favorevolmente dai fautori della legalizzazione della marijuana, che chiedono che sia regolamentata come gli alcolici. Il direttore di una delle loro lobbies, Bruce Micker, lo ha definito “un passo avanti importante in quella direzione”. Ha elogiato Obama anche il miliardario George Soros, il mago dei mercati monetari, un riformatore sociale. Non tutte le procure federali nei quattordici stati intendono tuttavia piegarsi al presidente. Alcuni loro procuratori repubblicani come Steve Cooley, quello di Los Angeles, protestano che i negozi che vendono la “marijuana medica” in realtà la forniscono anche a chi non è malato, che la sua coltivazione clandestina è enorme, soprattutto nella regione centrale della California, il cosiddetto “diamante verde”, e occorre stroncarla. Cooley ha fatto arrestare di recente un commerciante di marijuana a fini terapeutici, Elay Tepel, e gli ha fatto chiudere i battenti. Si prevede una battaglia legale tra il fronte del no e quello del sì alla misura di Obama. La California, il laboratorio politico economico e sociale dell’America, è il più importante dei quattordici stati che hanno legalizzato la “marijuana medica”. Lo fece nel ’96, con un referendum chiamato “Proposta 215”. Gli altri tredici sono stati relativamente minori, dall’Alaska al Vermont al Maryland vicino a Washington. Tra di essi non figurano colossi come lo stato di New York, l’Illinois, lo stato di Obama, e il Texas, lo stato di Bush.
Ennio Caretto 19 ottobre 2009
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