Rassegna stampa 2006 |
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11 agosto 2006
La Liguria dice sì alla cannabis terapeutica Il consiglio regionale approva un documento sull'utilizzo di farmaci a base di canapa nella terapia del dolore e sulla sperimentazione medica dei derivati. Obiettivo: salvare la dignità della persona Giuseppe Piccoli
Dopo il Lazio, anche la Liguria apre le porte alla sperimentazione scientifica e all'uso dei derivati della cannabis per scopi terapeutici. Il Consiglio regionale ha approvato ieri un documento che impegna la giunta su tre punti: la promozione di «una forte azione istituzionale» verso il Ministero per la salute con lo scopo di facilitare l'uso, nelle terapie del dolore, di farmaci contenenti derivati sintetici della cannabis, agevolando «le procedure previste per l'impiego»; l'approvazione di norme che consentano «la sperimentazione ad uso terapeutico dei derivati naturali» della canapa; ed infine l'invio di circolari e direttive ai medici di base, alle Asl e a tutte le altre strutture competenti «per favorire la corretta e celere applicazione della normativa vigente». Già dal 1990, infatti, l'ordinamento giuridico italiano ha accolto la possibilità di ricorrere ai «preparati medicinali a base di sostanze stupefacenti o psicotrope» (oppiacei e morfina), e nel febbraio del 2001 il parlamento ha approvato una legge «per agevolare l'impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia del dolore». L'approvazione del documento ha seguito un iter complesso. Nei mesi scorsi la discussione in aula era andata incontro ad uno stop per le divisioni all'interno della maggioranza. E così la questione era stata rinviata in Commissione sanità per essere esaminata ed approfondita da un gruppo di tecnici ed esperti farmacologici. Alla fine sono stati apportati i ritocchi che hanno consentito la redazione definitiva del documento: la distinzione tra i derivati sintetici della cannbis, con i quali sono prodotti farmaci già testati, e i derivati naturali. Per i farmaci prodotti a partire da questi ultimi sarà avviata una sperimentazione attraverso gli ospedali e le strutture sanitarie, mentre per i primi la regione dovrà impegnarsi a favorire la diffusione nelle farmacie del territorio. Il documento è stato approvato dal Consiglio con 19 voti a favore contro i 10 del centrodestra, che si è opposto compatto. La maggioranza di centrosinistra ha perso quattro pezzi per l'astensione del consigliere Udeur, di un esponente della lista civica Gente di Liguria, e di due consiglieri della Margherita (tra cui il segretario ligure Rosario Monteleone). Tra i principali sostenitori del documento, invece, c'era Claudio Gustavino, il capogruppo del partito. Nonostante le astensioni, i promotoriri dell'iniziativa si mostrano ugualmente soddisfatti per il compromesso raggiunto. Marco Nesci (Prc), il primo firmatario, sottolinea che è possibile raggiungere intese politiche efficaci e tecnicamente accettabili quando si affrontano le questioni con «un approccio costruttivo, che guarda al merito». Soddisfazione espressa anche da Gustavino, che è un medico: «Per me resta valida innanzitutto la battaglia culturale. Nella mia professione ho incontrato la sofferenza che incide sulla dignità della persona. Questo mi sembrava un atto dovuto che non riguarda il proibizionismo o l'antiproibizionismo». L'esponente della Margherita insiste sulle evidenze scientifiche dei risultati raggiunti con i farmaci prodotti dai derivati sintetici della cannabis indaca nel trattamento del dolore nelle terapie per la sclerosi multipla, per i malati terminali di cancro, di Aids, ed ancora l'efficacia nella cura del morbo di Parkinson e dell'epilessia. |
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