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Rassegna stampa 2006

giovedì 29 giugno 2006

Sì alla mozione sulla cannabis per uso medico

di SARINA BIRAGHI.

Soddisfatta fino alla commozione, Anna Evelina Pizzo, consigliere regionale di Rifondazione Comunista, definisce così l’approvazione della sua mozione sull’uso terapeutico della cannabis. Il consiglio regionale alla Pisana ieri infatti ha approvato la proposta per favorire nel Lazio l’uso del Bedrocan, il farmaco composto da cannabis.

Il documento, passato con un solo voto di scarto, 15 a 14, promuove inoltre la nascita di una disciplina legislativa per la sperimentazione terapeutica della cannabis. Il voto contrario oltre a quello del Centrodestra è arrivato dai consiglieri della Margherita presenti in aula. A favore il resto dell’aula.

«Noi ci siamo posti in modo laico e non ideologico nei confronti della proposta - afferma Antonio Cicchetti, consigliere di An - Come fu per la cura di Bella, ho chiesto di fare un discorso serio sulla libertà di cura e terapia, nell’ambito della quale inserire la cannabis. La maggioranza non ha accettato e ha preferito andare alla conta. Peraltro ritengo si tratti più di un problema burocratico che politico e amministrativo. Il fatto che già oggi il farmaco, importato e quindi commerciabile, venga prescritto da qualche medico ma le Asl non riconoscono le ricette e quindi serve l’autorizzazione del Ministero che, talora, risponde in modo negativo, esclude polemiche e pregiudizi da parte nostra. Non siamo noi a dover dare l’autorizzazione». «Così come è stata preesentata la mozione - rincara il consigliere di An Fabrizio Cirilli - crea confusione sul concetto di prevenzione e non si percepiscela negatività di certe sostanze, verso le quali noi non abbiamo dubbi: sono sostanze stupefacenti».

La discussione, inoltre, si è svolta alla presenza di una decina di malati. «I malati erano lì - spiega la Pizzo - semplicemente perché con loro e le associazioni che li rappresentano, ho costruito la mozione e il disegno di legge che sto ultimando, quindi tutto quello che è scritto è stato discusso con loro che sono coinvolti in prima persona, quanto e più di me». La consigliera di Rc sapeva fin dall’inizio delle difficoltà del voto, ma quello che ha tentato di far capire ai «colleghi» della Margherita è che non si trattava di una battaglia ideologica tra proibizionisti ed antiproibizionisti, ma di dare una speranza di vita a malati di cancro, Aids, glaucoma ma anche a persone affette da patologie come la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson e l'epilessia.
«Spero che la Margherita ci ripensi - afferma Anna Pizzo - La questione sarà analizzata nelle sedi istituzionali, in commissione sanità e welfare, lì ci sarà una discussione approfondita...Ecco spero che lì la questione esca da strettoie di tipo ideologico o dallo schieramento politico preconcetto».

Il testo della mozione approvata sul Bedrocan, farmaco di origine completamente naturale composto da canapa che ha ottenuto una certificazione biologica del Ministero della salute olandese, chiede di promuovere «una forte azione istituzionale nei confronti del Ministero per la salute, anche con accordi di programma o protocolli d’intesa tra la Regione e lo Stato» per «agevolare le procedure d’importazione del farmaco Bedrocan e la relativa distribuzione presso le strutture sanitarie, a promuovere un’azione di indirizzo presso i medici di base, le Asl e a richiedere al ministero della Salute la predisposizione di un bollettario per favorire le richieste all’acquisto cumulativo».

Ha votato contro la mozione anche il consigliere dell’Udeur, Wanda Ciaraldi, di professione medico. «L’ho fatto perché penso che non sia argomento da consiglio regionale. L’uso di un farmaco, incentivare o adottare l’uso terapeutico di una sostanza senza conoscerne fino in fondo le conseguenze, non è un tema da tavolo politico. Peraltro - spiega Ciaraldi - parliamo di una sostanza che si sta sperimentando in altri Paesi, non sappiamo se gli effetti siano migliori o peggiori di sostanze omologhe. Il mio parere è stato contrario perché la proposta non è di nostra competenza, ci sono organismi preposti nell’ambito della sanità. Soltanto la commissione sul farmaco si può esprimere su portata terapeutica ed effetti collaterali di una sostanza. Noi siamo un organismo politico». Contrario anche il voto dell’Udc «per motivi di opportunità e non per pregiudizi ideologici. Non possiamo entrare nel merito di questioni scientifiche ed etiche», ha spiegato il capogruppo Rodolfo Gigli.


 

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