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Rassegna stampa 2006


La Regione studia il via libera alla coltivazione in casa
Disegno di legge coordinato da una consigliera del Prc
Il Lazio prepara una legge per la cannabis terapeutica

"L'assessore alla Sanità è informato. Utilissima nel contrastare gli effetti collaterali di farmaci in malattie croniche e terminali"

di ANNA MARIA LIGUORI


ROMA - Sarà presentata entro il 30 giugno dal Consiglio regionale del Lazio la legge che permetterà l'autocoltivazione della cannabis a scopo terapeutico. I malati di cancro, Aids, glaucoma ma anche le persone affette da patologie come la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson e l'epilessia potranno avere in casa, senza violare la legge, piante di marijurana le cui foglie potranno essere usate secondo le necessità individuali. Il disegno di legge è coordinato da Anna Pizzo, di Rifondazione comunista, membro della presidenza del Consiglio regionale: "Sto lavorando in accordo con i presidenti della Commissioni alle Politiche sociali e alla Sanità, ed è stato informato l'assessore alla Sanità del Lazio, Augusto Battaglia. Vogliamo che venga sempre più riconosciuto a livello scientifico il valore terapeutico della canapa, utilissima nel contrastare gli effetti collaterali delle terapie farmacologiche in malattie croniche e terminali. Moltissimi pazienti, in Italia e nel mondo, si sono organizzati in movimenti per ottenere questo risultato. Noi cerchiamo di dare una mano concreta".

Nel nostro Paese la cannabis, non rientra infatti tra le sostanze psicotrope ad uso medico, quali gli oppiacei e in particolare la morfina, il cui utilizzo è previsto da una legge approvata nel 2001, anche se da quest'anno è in atto una sperimentazione a base di cannabinoidi su 80 malati di cancro alle Molinette di Torino e al Policlinico Umberto I di Roma. Ma la sperimentazione ospedaliera non ha nulla a che fare l'autocoltivazione: il Lazio sarebbe la prima regione in Italia dove l'uso delle sostanza sarebbe gestita direttamente dal paziente, che potrà osservare insieme al proprio medico curante la remissione del dolore o verificare altri eventuali benefici. Si tratta, in realtà, di sdoganare la marijurana per lo meno in ambito sanitario. "Il disegno di legge ha come presupposto la coltivazione per uso personale perché questo libera i malati dai lacci giuridici - spiega la Pizzo - questo senza tralasciare i riferimenti con enti istituzionali. Noi abbiamo coinvolto l'università della Tuscia, facoltà di Agraria. Insieme ai tecnici, se la legge passerà, valuteremo l'individuazione di aree adibite alla coltivazione, poi la gestione passa alle Asl".

E il 2 giugno si terrà, durante la terza edizione del "Festival di informazione sulla canapa", con il patrocinio della Regione Toscana, che si svolge a Piombino, un forum medico sull'argomento. Per ora l'unico paese al mondo che consente la coltivazione della cannabis per uso medico personale è il Canada, senza l'autocoltivazione è consentito usarla in Inghilterra e in Olanda. "Siamo sicuri che su un progetto che restituisce una speranza di una vita migliore a tanti persone - sottolinea la Pizzo - troveremo l'attenzione di tutta la maggioranza regionale. Da almeno dieci anni sono noti gli effetti benefici della marijurana contro il dolore e la depressione. E così come allora Umberto Veronesi cominciò ad abbattere le barriere che impedivano l'utilizzo della morfina, ora bisogna fare lo stesso con la cannabis".


(20 maggio 2006)

 

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