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Rassegna stampa 2005

7 giugno 2005

E' una vittoria per l'amministrazione Bush, che si oppone all'uso
di droghe per fini medici. Alcuni Stati dovranno fare dietrofront
La Corte suprema americana
"No alla marijuana terapeutica"

I giudici vietano la terapia del dolore ai malati di Aids e cancro


WASHINGTON - No alla marijuana per alleviare le sofferenze dei malati. La Corte suprema degli Stati Uniti ha deciso di vietarne l'uso per fini terapeutici. E' una vittoria per il presidente Bush, che da tempo si oppone con vigore all'utilizzo di droghe, anche in medicina. I dieci Stati che avevano autorizzato questo uso della cannabis dovranno ora adeguarsi.

La decisione della Corte suprema, approvata con sei voti a favore e tre contro, riguarda il caso di due donne californiane: Diane Monson, malata di cancro al cervello, e Angel Raich, sofferente di una malattia degenerativa della spina dorsale. Nell'agosto del 2002, gli agenti federali avevano sequestrato a entrambe alcune piantine di marijuana, coltivate nel cortile di casa e usate per attenuare le sofferenze.

Le autorità federali potranno ora incriminare i malati ai quali i medici hanno prescritto l'uso di marijuana per alleviare il dolore. La decisione della Corte suprema dà ragione all'amministrazione Bush, che nel 2003 era stata sconfitta in corte d'appello e aveva così deciso di ricorrere al massimo organo giudiziario federale. "La Corte si è espressa solo sulla possibilità di coltivare marijuana in casa propria per fini terapeutici personali, non sui potenziali effetti benefici del consumo", ha precisato il giudice J.P. Stevens.

La sentenza è un duro colpo per tutti coloro che si sono battuti, negli ultimi anni, per assicurare le "terapie del dolore" ai malati di Aids, cancro o altre gravi e dolorose patologie. La possibilità di coltivare e fumare marijuana, o assumere derivati della canapa indiana, è garantita in California dal 1996. Oggi è una pratica diffusa in altri nove Stati americani, fra cui l'Oregon, il Nevada e il Colorado. Ma la sentenza, che dichiara l'incostituzionalità delle legislazioni più permissive, costringerà tutti a fare un passo indietro. "Dovrò preparami a essere arrestata", ha commentato con amarezza Diane Monson.

 

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