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Rassegna stampa 2002
Il Palazzo lancia la marijuana «buona»
La Regione approva a larga maggioranza un "sollecito" al Parlamento per la cannabis terapeutica
 
Trentaquattro voti a favore, tre contrari e tre astenuti. Un voto a suo modo "storico", quello del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, che, dopo la Lombardia, si è schierato a favore dell'utilizzo terapeutico della canapa indiana, approvando la mozione presentata da 18 consiglieri, appartenenti a tutti i gruppi (ad eccezione di An), favorevole alla regolamentazione dell'uso medico della cannabis. «Finalmente iniziano a cadere dei tabù e si incomincia a ragionare in modo pragmatico e non fideistico», commenta il "vincitore" della giornata, il consigliere verde Mario Puiatti, primo firmatario della mozione. Non che il pronunciamento dell'aula sia stata una sorpresa assoluta. «Se me lo aspettavo? Certo. Prima di presentare la mozione avevo raccolto una ventina di firme tra tutti i partiti. Solo Alleanza Nazionale non ha voluto firmare. Il terreno era stato preparato, arato e concimato». E infatti il risultato è sotto gli occhi di tutti, in quel voto «assolutamente trasversale e larghissimo». Tanto trasversale «che persino Francesco Serpi (Gruppo misto-Alleanza sociale), che è il massimo della destra, inizialmente contrario, convinto dall'intervento di Castaldo, ha detto che solo i paracarri non cambiano idea e ha votato a favore».

Roberto Antonaz (Prc), convinto che «queste mozioni servono a contrastare il proibizionismo ottuso nei confronti della cannabis», auspica un passo in più, con «un cambiamento di mentalità del consiglio che permetta di arrivare rapidamente ad una legalizzazione delle droghe leggere». Contrari, invece, alla mozione, tre consiglieri di An, fra cui Adriano Ritossa, che pur riconoscendo validità alla terapia del dolore per i malati terminali, ha votato no, perché «la mozione sa di forzatura demagogica». Ma, pur dello stesso schieramento, il presidente della commissione sanità Giovanni Castaldo si è espresso per un "sì" convinto, mentre Giovanni Vio (Fi-Ccd-Fdc) si è astenuto, spiegando che già a livello parlamentare esistono sensibilità politica sull'argomento e protocolli che lo regolamentano.

Ora, dopo il voto in consiglio, «in concreto non cambierà nulla: con la mozione si chiede semplicemente al Parlamento di regolamentare questo tipo di opportunità», ammette Puiatti. «Ma il fatto significativo è che, con il voto favorevole del Friuli, che segue quello della Lombardia, si è aperto un dibattito che sta coinvolgendo altri consigli regionali e che viene incontro alle aspettative di tanti cittadini gravemente ammalati e delle loro famiglie. Si tratta di invertire un po' il meccanismo del Parlamento che legifera e delle regioni che si adeguano. Qui si sta cercando "dal basso" di dare un segnale forte al Parlamento perché intervenga rapidamente a normare la materia».

Secondo Puiatti devono cadere i pregiudizi sull'uso terapeutico della cannabis, anche sulla scorta delle pubblicazioni di autorevoli riviste internazionali, dei pronunciamenti di convegni scientifici, dell'esempio offerto da altri governi, indirizzati ad inserire i derivati della cannabis fra i farmaci usati per la terapia del dolore. «La canapa non dà dipendenza. Ed è scientificamente provato che ha un'enorme efficacia terapeutica, per esempio, per alleviare gli effetti collaterali della chemioterapia e per il controllo del glaucoma».

C.D.M.

 

 

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