12 giugno 2002
La Cannabis? Né di destra, né di sinistra
MILANO — Esponenti della maggioranza e dell'opposizione più uniti che mai nel chiedere, dall'aula del Consiglio regionale, il via libero all'uso terapeutico della cannabis. Il leader del centrosinistra, Mino Martinazzoli (nella foto), scende in campo con Domenico Zambetti (Cdu) per sostenere l'appello di Yasha Reibman, consigliere dei radicali. Un appello rivolto al ministro della Salute, Girolamo Sirchia, e al presidente della Camera, Pierferdinando Casini, perchè «inserisca all'ordine del giorno i progetti di legge già presentati sul tema». Un appello già sottoscritto da oltre cento professori universitari di diverse città e facoltà di tutta Italia. È il seguito naturale dell'approvazione della mozione del Consiglio, il 30 aprile scorso, che invitava a regolamentare l'uso medico della cannabis. «Condivido il senso della mozione - ha chiarito Martinazzoli -, e non capisco perchè la cannabis debba essere esclusa dalla sperimentazione medica. Con la sua tenacia Reibman è riuscito a vincere il mio scetticismo. La morfina è usata nella terapia del dolore e nessuno dubita che sia la madre delle droghe. Ma il suo uso è avvalorato da studi scientifici. Non si capisce perchè la cannabis deve essere esclusa». Zambetti ha approfittato dell'occasione per chiarire che questa non è la battaglia di antiproibizionisti contro proibizionisti. «Attorno alla mozione c'è stata un po' di confusione, in cui qualcuno ha agitato le bandiere proibizioniste e antiproibizioniste. Non c'entra nulla. Il nostro comune obiettivo è, con la sperimentazione, restituire ai medici la possibilità di prescrivere la terapia che ritengono migliore».
Paola D'Amico