17 maggio 2002
Da Fi ai Verdi: sì alla cannabis
per scopi medici e terapeutici
TRIESTE – Un terzo del consiglio regionale, con esponenti di quasi tutti i
partiti, ha sottoscritto una mozione a favore dell'uso terapeutico della canapa
indiana. Al primo firmatario, Mario Puiatti, dei Verdi, si sono associati anche
Gottardo e Cruder (Cpr), Londero e Violino (LN), Cisilino, Dal Mas, Salvador e
Stefanoni (FI), Tesini, Travanut e Zvech (Ds), Brussa, Degano e Moretton
(Margherita), Baiutti (Sdi), Fontanelli (Pdci) e Marini (Ccd). Il testo ha una
premessa di due pagine che elenca tutti i pronunciamenti sanitari in merito
all'opportunità di considerare la cannabis un presidio terapeutico, riflette
sul fatto che l'orientamento italiano consente già l'utilizzo di diverse droghe
tra uso medico, in primis la morfina, e sottolinea la necessità di tenere
separato l'uso terapeutico della canapa dal confronto tra l'approccio
proibizionista e quello antiproibizionista nei confronti delle droghe. Poi
elenca gli effetti positivi del Thc, il principio attivo della cannabis,
dall'effetto antiemetico (utile soprattutto nella chemioterapia) alla cura del
glaucoma, dell'aterosclerosi e di altre sindromi (e persino sui tumori
cerebrali). Alla fine la mozione chiede al governo e al parlamento una
regolamentazione della canapa indiana e dei suoi derivati, impegnando il
presidente del consiglio e quello della giunta a farsi interpreti della
richiesta in sede romana. Puiatti, in una nota stampa rimarca come «ogni
segnale in questa direzione contribuisca alla conquista di libertà personale,
civile e politica per medici e pazienti». Chi non ci sta è An: «Per noi
esiste un numero sufficiente di farmaci, e quindi non è necessario legalizzare
le droghe», dice il capogruppo Adriano Ritossa. «Siamo politicamente contrari
a quello che potrebbe rivelarsi un cavallo di Troia».
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