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Rassegna stampa 2002

  7 maggio 2002
Spinello terapeutico
un medico lo «consiglia» già
 
TERRICCIOLA — Fa parte dell'Associazione Canapa Terapeutica, è medico specializzato in tossicologia e presta la sua opera professionale per il Sert dell'azienda Usl 5, a Pontedera. Il dottor Nunzio Santalucia — 52 anni, d'origine barese, ma residente a Terricciola — è un convinto assertore delle potenzialità terapeutiche di cannabis e cannabinoidi, alias marijuana ed hashish. Droghe leggere, per la legge italiana. «Ma possono essere anche validi medicinali — spiega il dottor Santalucia — e io ne consiglio l'uso a quei pazienti, che avendoli provati, ne hanno tratto beneficio. Ovviamente, devono procurarsi la sostanza sul mercato nero, io non posso prescriverla in ricetta. Scopo dell'associazione di cui faccio parte è proprio "decriminalizzare" la cannabis. Prendere atto dei suoi effetti benefici».
Dottore, ce li spieghi questi effetti terapeutici?
«Innanzi tutto non è una scoperta recente, anche se il dibattito in materia è attualmente molto attivo. La cannabis è segnalata quale un rimedio per trattare casi di "disordini femminili", gotta, reumatismi, malaria, debolezza mentale, come analgesico, anticonvulsivo, antiemetico».
Ed oggi?
«Uno dei 60 principi attivi della canapa elimina nausea e vomito provocati dalla chemioterapia. Anche gli ammalati di Aids ne traggono beneficio, come stimolante dell'appetito. Come le persone affette da sclerosi multipla e da morbo di Parkinson, che con l'assunzione di cannabis, avvertono un sensibile rilassamento muscolare e riescono a fare qualche movimento in più. Riduce la pressione intraoculare, ed è utile nei glaucomi».
Insomma una «panacea»?
«No, ma è un farmaco la cui unica controindicazione è l'effetto euforizzante. Non dà più assuefazione della caffeina, ma nel nostro Paese rimane solo una droga. Un po' limitativo, no? Un team di ricercatori spagnoli ha scoperto, che, in alcuni casi di tumore al cervello,"uccide" le cellule cancerose lasciando intatte quelle sane. Vale la pena di approfondire».

 

 

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