6 maggio 2002
IL PLAUSO DELLA DIESSINA MELANDRI
«Messa da parte l´ideologia. E´ il modo giusto di ragionare»
ROMA
La presa di posizione del ministro della Salute va apprezzata perché mette
al centro i diritti del malato e parte dal rigore della ricerca
scientifica». La diessina Giovanna Melandri condivide appieno l´approccio di
Girolamo Sirchia al problema della sperimentazione dei derivati della
cannabis.
Ritiene che il ministro Sirchia abbia posto la questione nei termini giusti ?
«Sì perché non è pregiudizialmente contrario ai farmaci a base di cannabis
qualora ne venga dimostrata l´efficacia. E´, quindi, da ritenere del tutto
corretta l´impostazione che spinge a conoscere prima di decidere. Ciò vale a
maggior ragione se il soggetto di un intervento pubblico è il malato. In
questo caso, infatti, le preclusioni devono necessariamente lasciare il
posto solo alla serietà della ricerca scientifica».
In che modo va condotta la sperimentazione della "cannabis-terapia"?
«In base ai criteri-standard che vengono seguiti per ogni medicinale. Quanto
dice giustamente il ministro Sirchia a proposito dei farmaci derivati dalla
cannabis vale pure per l´aspirina poiché non sono ammessi freni alla libertà
di ricerca scientifica. Quello dei diritti dei malati rispetto ai
trattamenti sanitari è un tema di straordinaria importanza».
Quali le linee-guida ?
«Al primo punto deve esserci la dignità di chi sta male. Il diritto a non
soffrire rende improponibili le barricate ideologiche. Il via libera
all´impiego dei principi attivi della cannabis deve venire dalla scienza.
Non può essere terreno di scontro politico».
Va fatta un´analisi dei benefici e dei rischi ?
«Certo, come si fa pure con l´aspirina. L´uso dei derivati dalla cannabis va
valutato con rigore. Devono essere portate evidenze scientifiche per
documentarne la non nocività e l´utilità terapeutica. A quel punto impedirne
l´impiego per fini medici sarebbe un´imposizione assurda, da Stato etico».
La cannabis terapeutica è il "Cavallo di Troia" dell´antiproibizionismo?
«Non è affatto così. Il nucleo del problema è costituito dalle procedure per
autorizzare alcune terapie. La legalizzazione delle droghe non ha nulla a
che vedere con la realizzazione di farmaci a base di cannabis. Fa bene
Sirchia ad attendere i risultati della sperimentazione, così come a
sottolineare che se verrà appurata l´utilità del trattamento non ci saranno
barriere o preconcetti né da parte del dicastero della Salute né da parte
del Commissione unica del farmaco».
g.gal. |