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Rassegna stampa 2002

6 maggio 2002

DOPO L´INTERVISTA DEL MINISTRO DELLA SALUTE A «LA STAMPA»
Marijuana terapeutica, un coro di sì a Sirchia
Il presidente del comitato di bioetica: non c´è ragione di escluderla dai farmaci

ROMA Tre italiani su quattro, secondo un sondaggio Datamedia, sono favorevoli all´uso terapeutico della marijuana. Un´attenzione diffusa che trova riscontro nel coro di reazioni positive alla presa di posizione del ministro della Salute Girolamo Sirchia che in un´intervista a "La Stampa" si è detto «non pregiudizialmente contrario» ai farmaci a base di cannabis qualora ne venga dimostrata l´efficacia.
«Ha ragione Sirchia- osserva Francesco D´Agostino, presidente onorario del comitato nazionale di bioetica- se la sperimentazione darà risultati certi saremo ben lieti di accogliere nella medicina ufficiale una sostanza peraltro decisamente economica, che va testata alla stregua delle altre. Come è già accaduto per gli oppiacei, se verrà dimostrato che il suo principio attivo porta benefici ai pazienti non ci sarà alcuna ragione di escluderla dalla produzione di medicinali».
Per D´Agostino, dunque, ha fatto bene il ministro Sirchia ad affermare che se verrà appurata l´utilità del trattamento non ci saranno barriere o preconcetti né da parte del dicastero della Salute né da parte del Commissione unica del farmaco.
Sulla stessa linea il ministro delle Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione, secondo cui è «da apprezzare la saggezza del professor Sirchia, perché non è cattiva o buona la marijuana in sé ma l´uso che se ne fa, quindi se ne verrà dimostrata l´efficacia sarà giusto impiegarla per realizzare dei medicinali». Cresce, dunque, il fronte di quanti invitano a valutare la questione secondo criteri medico-scientifici.
Per Francesco D´Onofrio, capogruppo dell´Udc al Senato, «l´uso medico della cannabis, soprattutto se finalizzato a calmare il dolore nei malati terminali, è comprensibile». Secondo Gianfranco Blasi di Forza Italia va lasciato alla valutazione della scienza l´impiego a fini terapeutici di medicine a base di marijuana. Anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi è d´accordo con Girolamo Sirchia. Mette in guardia «dalle forzature e dalle strumentalizzazione» di chi vuole utilizzare il discorso sull´uso terapeutico come "Cavallo di Troia" per arrivare alla liberalizzazione delle droghe. «Sirchia ha perfettamente ragione-sostiene Giovanardi- se si dimostra che la cannabis ha effetti terapeutici positivi allora non ho nulla in contrario al suo utilizzo da parte dei medici. In fin dei conti pure la morfina è una droga e la si somministra negli ospedali senza proporne l´utilizzo al di fuori della medicina». Favorevole a lasciare la parola alla scienza anche Giuseppe Fioroni, dell´esecutivo nazionale della Margherita, secondo cui la somministrazione di principi attivi usati come farmaci «deve seguire criteri scientifici, non politici o ideologici». Spetta ai risultati della sperimentazione dire se esiste o meno la possibilità di autorizzare la somministrazione di prodotti derivanti dalla cannabis ai malati. «A nessuno è mai saltato in mente di opporsi alla somministrazione di morfina ai malati di cancro- sottolinea Fioroni- allo stesso modo riaffermiamo il diritto del malato terminale o di chi ha necessità di terapia antalgica a fare ricorso a ogni utile strumento terapeutico per ridurre il dolore». Per l´esponente della Margherita oggi l´uso di derivati dalla cannabis «va valutato con rigore scientifico e se esistono evidenze scientifiche certe della non nocività e dell´utilità terapeutica allora se ne può consentire l´uso».
Attualmente nessuna norma Ue vieta l´uso della cannabis come sostanza attiva per un prodotto farmaceutico. Una questione, dunque, di farmacopea, da non confondere con il dibattito sulla legalizzazione delle droghe. La sperimentazione riguarderà in particolare le terapia del dolore per pazienti affetti da gravi malattie.
L´eurodeputato valdostano Luiciano Caveri, presidente della Commissione Trasporti del Parlamento europeo, ha appena presentato un´interrogazione in cui segnala «la disparità della legislazione sull´uso terapeutico della cannabis nei diversi Paesi dell´Unione». La risposta del Commissario Erkki Liikanen, è inequivocabile. Nessuna misura comunitaria vieta ne l´uso della cannabis come sostanza attiva per un prodotto farmaceutico. Le autorizzazioni negli Stati membri devono ottemperare a due direttive del 2001 sulla qualità, efficacia e sicurezza dei medicinali e neppure queste direttive vietano la cannabis.

Giacomo Galeazzi

 

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