Farmaci con "cannabis", il giudice dą l'ok
VENEZIA. Una paziente
ammalata di tumore al polmone per alleviare il dolore potrą
utilizzare temporaneamente farmaci a base di cannabis, forniti
gratuitamente dall'Azienda sanitaria di San Doną di Piave. Lo
dispone una sentenza unica, la prima del genere in Italia, emessa
dal giudice veneziano Barbara Bortot che ha accolto il ricorso
presentato da una donna, assistita dall'avvocato Giancarlo Tonetto,
che nei mesi scorsi aveva chiesto alla struttura sanitaria pubblica
di poter utilizzare farmaci contenenti cannabis, attualmente non
commercializzati in Italia, per attenuare le sofferenze, o, in
alternativa di poterli acquistare a proprie spese. Il legale
della paziente, giudicata dai sanitari clinicamente inguaribile,
aveva sottolineato nel ricorso che gli analgesici consentiti
attualmente nel nostro Paese si sarebbero rivelati in questi mesi
del tutto inutili o dannosi per la donna. Nell'ordinanza, il giudice
sottolinea che unica alternativa, allo stato attuale, č la
somministrazione alla malata di sostanze medicinali a base di
cannabis in uso in molti stati stranieri. Sostanze, si rileva, che a
detta degli specialisti che seguono la paziente potrebbero
migliorarne la qualitą della vita. Per giustificare l'obbligo
per l'Asl a fornire gratuitamente il farmaco, il giudice richiama
l'art. 32 della Costituzione, che sancisce il diritto alla salute
quale fondamentale diritto dell'individuo e come tale rientrante tra
i diritti inviolabili della persona umana e oggetto di primaria e
completa protezione. Il problema ora č dell'Usl di San Doną di
Piave, che dovrą procurarsi all'estero medicinali oggi ancora
proibiti in Italia.
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