Venezia - L'Italia è il Paese europeo ...

Venezia - L'Italia è il Paese europeo più in ritardo nella sperimentazione dei farmaci a base di cannabis: in Olanda esiste un ufficio del ministero della Sanità che si occupa della coltivazione delle piante di canapa finalizzate a questo utilizzo; in Gran Bretagna le case farmaceutiche sono autorizzate dal governo; in Germania, Francia, Svizzera e Spagna i medicinali a base di derivati di cannabis sono in vendita in farmacia. E' un medico toscano a fare il punto della situazione, dopo la sentenza del Tribunale di Venezia che - prima a livello nazionale - ha ordinato all'Azienda sanitaria di San Donà di Piave di fornire gratuitamente, ad una donna malata terminale di tumore al polmone, i farmaci necessari ad alleviare le sofferenze quotidiane anche se contengono marijuana, sostanza attualmente fuorilegge. Salvatore Grasso è un cardiologo che un anno fa ha dato vita all'Act, l'Associazione per la cannabis terapeutica, che attualmente riunisce oltre 130 soci, tra medici e pazienti e ha aperto un sito Internet per farsi conoscere: http://medicalcannabis.i (email: act@medicalcannabis.it). Di fronte ai risultati forniti dalla cannabis nella terapia del dolore, un dato ormai acquisito dalla comunità scientifica internazionale, l'Italia non si muove e non si capisce il perché denuncia il dottor Grasso Finora chi ha voluto far ricorso a questi medicinali lo ha fatto a proprio rischio, rifornendosi illegalmente. Per questo la sentenza di Venezia è importantissima: apre una strada a tutti i malati che vogliono vedersi riconosciuto il diritto a non soffrire. Lo scorso anno l'Act ha realizzato un libro bianco sull'utilizzo terapeutico della cannabis, presentato prima al ministro della Sanità Veronesi, e ora al suo successore Sirchia. E ha coinvolto un gruppo di parlamentari di tutti gli schieramenti politici i quali si sono impegnati a presentare al più presto un disegno di legge per regolamentare la delicata materia. Speriamo che qualcosa si muova: l'urgenza è assoluta in questi casi, ed è assurdo che una persona debba rivolgersi al Tribunale per una medicina invece che in farmacia! E' giusto che la notizia di questa sentenza venga pubblicizzata, nella speranza che possa aiutare altre persone - aggiunge la figlia della donna sandonatese che ha aperto la via giudiziaria alla cannabis terapeutica E' stato il nostro legale, l'avvocato Giancarlo Tonetto a decidere di rivolgersi al giudice: la nostra non è un'azione contro la Ulss, che al contrario ringraziamo per tutto ciò che sta facendo. Il Tribunale era l'unica strada per farsi autorizzare all'utilizzo legale della cannabis. La donna preferisce che non vengano resi noti i dati identificativi suoi e dei suoi familiari: La nostra è una situazione già abbastanza penosa e dolorosa - racconta Di fronte alle sofferenze di mia madre ci siamo informati di tutte le possibilità: penso che sia giusto avere la possibilità di offrire le cure migliori per non far soffrire i propri cari. Gianluca Amadori