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Rassegna stampa 2002

13 marzo 2002

Venezia, è la prima volta in Italia. Una Asl veneta
dovrà fornirli gratis alla paziente colpita da tumore


Il giudice ordina farmaci
con cannabis a una malata



di CLAUDIO SALVALAGGIO
VENEZIA - Marijuana pagata dall'Asl se è l'unico modo per alleviare il dolore di un malato. È quanto ha disposto, per la prima volta in Italia, un giudice veneziano, Barbara Bortot, facendo leva sul diritto alla salute garantito dalla Costituzione. Accogliendo il ricorso di una malata terminale di cancro, il magistrato ha ordinato all'Asl di San Donà di Piave di fornire "provvisoriamente e gratuitamente" i farmaci necessari per alleviare le sofferenze quotidiane della paziente anche se contengono sostanze proibite. Una decisione presa dopo aver accertato che gli analgesici in commercio in Italia non riescono a lenire tale dolore, mentre in altri paesi europei la cannabis e i suoi derivati sono normalmente utilizzati per le terapie antidolore.

La paziente in questione si è affidata ad alcuni medici romani che da anni si battono per far introdurre in Italia i prodotti contenenti cannabinolo. I farmaci prescritti, però, si trovano solo all'estero. Per questo il legale della donna che da due anni sa che non guarirà dalla malattia, l'avvocato Giancarlo Tonetto, ha presentato un ricorso urgente per ottenerli dall'Asl. "Il ricorso anche massiccio alle sostanze analgesiche consentite nel nostro Paese - spiega l'avvocato - è stato finora del tutto inutile ed anche dannoso".

Secondo il giudice, il diritto della paziente a ricevere gratuitamente le medicine derivate dalla marijuana si fonda sull'articolo 32 della Costituzione, secondo il quale "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse generale della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". Su queste basi, il magistrato sostiene che "di fronte ad un eventuale insopprimibile esigenza rispetto alla quale le strutture sanitarie nazionali non offrono rimedi alternativi, il diritto fondamentale alla salute si impone nella sua integrità ed assolutezza, senza limiti e condizionamenti di sorta". Il fatto che i medicinali prescritti non si trovino in commercio in Italia, secondo il giudice, "non può essere d'ostacolo alla loro concessione non essendovi, stanti le precarie condizioni della signora, altra terapia terapeutica". Per il giudice, infine, anche il ricorso con procedura d'urgenza è legittimo, considerando le condizioni cliniche critiche della paziente.

Ora toccherà all'Asl di San Donà di Piave procurarsi al più presto i farmaci chiedendo l'autorizzazione al ministero della Salute. Con una sentenza, che farà certamente discutere, la magistratura veneziana apre la strada in Italia all'uso terapeutico di medicinali a base di cannabis.

(13 marzo 2002)

 

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