23.11.2001
"Mi curo con l'hashish". Assolto L'uomo, malato di epilessia, era stato fermato con 3.461 dosi di droga M.D.C. - ROMA Era stato fermato perché trovato in possesso di 3461 dosi di hashish, ma Piero Chiellini, 44 anni, che aveva sempre sostenuto di averne bisogno a scopo terapeutico per sedare le sue frequenti crisi epilettiche, è stato assolto, "perchè il fatto non costituisce reato", dall'accusa di importazione ai fini di cessione di sostanze stupefacenti. La decisione è stata emessa ieri dal gup Antonio Trivellini in sede di giudizio abbreviato, dopo il deposito della perizia tossicologica secondo la quale "l'uso terapeutico del principio attivo della 'Cannabis indica' può avere rispondenza scientifica nella patologia epilettica e depressiva post-traumatica di cui è portatore Chiellini" e "può avere un effetto antispastico ed anticonvulsivante e agevolare la momentanea ripresa motoria della zona colpita da paresi". Alle stesse conclusioni (la compatibilità dell'uso della sostanza per il controllo della patologia) era giunta la perizia medico-legale, disposta dal giudice. Chiellini aveva 25 anni quando, in seguito a un incidente stradale, riportò, dopo essere stato in coma per quasi due mesi, un grave trauma cranico con conseguente emiparesi e il sopraggiungere di una sindrome epilettica curata inizialmente con barbiturici. Dopo qualche anno a Chiellini, che usufruisce della pensione da invalido civile nella misura del cento per cento con diritto all'accompagnamento, fu consigliato di interrompere l'assunzione di farmaci per sostituirla con quella di 'Cannabis' "sia per prevenzione e cura della crisi comiziale sia per la situazione di spasticità dell'emilato destro". Chiellini trovò tale giovamento che insistette nell'esperimento tanto che divenne per lui una terapia insostituibile. Ecco che cominciarono i suoi lunghi soggiorni in India, i suoi contatti con una comunità locale dove si fa uso della 'Cannabis' e l'importazione dall'estero di grossi quantitativi di hashish. Ma a quel punto cominciarono anche i suoi guai con la giustizia: per ben due volte fu fermato all'aeroporto di Fiumicino, il 28 aprile del '98 con 415 dosi di "fumo", e il 19 maggio del '99 con altre 3046. Di qui, due richieste di rinvio a giudizio avanzate nei suoi confronti da parte della procura di Roma, la riunione dei due procedimenti e l'assoluzione di ieri. "Le perizie hanno dato atto della fondatezza delle nostre tesi - hanno commentato gli avvocati di Chiellini, Giuseppe Campanelli, Marco Pepe e Alessandra Rossi -. Siamo molto felici di questo risultato perché è una pronuncia coraggiosa nel momento in cui si levano voci di intollerante proibizionismo. Sul piano medico scientifico intendiamo citare il conforto che abbiamo avuto, sul piano della documentazione, dal Forum Droghe, autore del Libro bianco sugli usi terapeutici della 'Cannabis' e promotore di un disegno di legge proposto da Luigi Manconi nella scorsa legislatura". Ma adesso per Chiellini si pone comunque il problema del suo fabbisogno di hashish: "Gli inquirenti non mi hanno restituito il fumo che mi è stato confiscato e di cui ho estrema necessità. Solo fumando posso continuare a vivere senza la schiavitù dell'epilessia".
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