6 AGOSTO 2001
"Lo spinello ha sconfitto l'epilessia"
Una donna: "Non ho più crisi"
ROMA - «Ho trent'anni, ma la mia data di nascita, il giorno in cui ho
iniziato a vivere, è il 1992. Sì, perché in quell'anno, ricordo, era quasi
estate, ho preso l'ultima dose di Gardenal. Un nome che quelli come me
conoscono bene. Barbiturici. Ero una bambina la prima volta che mi hanno
messo in bocca una di quelle pastiglie, ero caduta in terra, con la bava
alla bocca, e convulsioni in tutto il corpo. Epilessia, era stata la
diagnosi, un male brutto che mia nonna diceva di non rivelare mai, che ha
segnato la mia infanzia, la mia adolescenza, il mio affacciarmi alla vita
come donna...». Alessandra Viazzi parla con calma, ma ancora con un po' di
dolore. E' laureata in psicologia e vive a Genova. Da otto anni tiene
sotto controllo la sua malattia con un grammo di marijuana al giorno.
«E' avvenuto poco dopo essere andata via di casa, da Torino mi sono
trasferita a Genova per studiare. La mia vita era stata scandita, fino ad
allora, dai barbiturici. Sì, nel senso che quei farmaci erano l'unico
rimedio che a parere dei medici potesse tenere sotto controllo
l'epilessia. Ossia far sì che le crisi avvenissero a distanza di un anno e
non di più. Avevo provato a smettere ma le crisi erano diventate più
frequenti. Ed era difficile riprendersi, dopo...». Ma gli effetti
collaterali del Gardenal sono pesanti, racconta Alessandra. «Sono stata
una bambina aggressiva e isolata, a volte ero così piena di rabbia che mi
mordevo pur di trovare un po' di pace...Quando sono diventata un po' più
grande e ho letto il foglietto illustrativo di quelle pastiglie che in
casa mi dicevano di dimenticare mai, ho scoperto che la violenza arrivava
da lì, così come la fragilità delle ossa, la depressione». Alessandra la
cannabis la incontra per caso. «Me la offrì la prima volta un compagno di
università. Mi fece stare bene ma nulla di più. In quel periodo però avevo
deciso, per la seconda o terza volta, di smettere il Gardenal. Non ne
potevo più. Ho provato. Dopo due mesi è arrivata la crisi. Più forte delle
altre. Dormivo in un letto a castello, sono caduta. Trauma cranico. Uscita
dall'ospedale, senza aver ripreso i barbiturici, mi è capitato di fumare
di più. Ho provato piano piano la stessa calma che mi dava il Gardenal, ma
senza gli effetti collaterali. Certo vivevo con l'ansia che prima o poi
una crisi sarebbe tornata, e invece, è passato il primo anno, il secondo,
e nulla, nessun sintomo... E' stato poi leggendo un libro che ho scoperto
che quella calma avrebbe potuto essere figlia della marijuana... Da otto
anni non ho più crisi, lavoro e ho una vita normale. La cosa più
difficile? Trovare l'erba, e avere sempre abbastanza soldi per comprarla,
con la rabbia di finanziare il mercato illegale. Il momento più bello?
Quando ho rivelato ai miei genitori che non mi curavo più con il Gardenal,
ma che da otto anni ero sotto controllo con la cannabis, con un
certificato che sottolinea la regressione del male. E loro sono con
me...». (m.n.d.l.) |