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Rassegna stampa 2001

31 Luglio 2001

"L'Italia ci prova, un esempio viene dalla Lombardia"
Tato Grasso, medico: siamo indietro

FRANCESCO MALGAROLI

ROMA - In Europa nella lista di paesi che sperimentano la marijuana per uso terapeutico ci sono Olanda, Svizzera, Germania, Gran Bretagna, Austria. E l'Italia? Abbiamo girato la domanda a Tato Grasso, medico, presidente dell'Associazione per la Cannabis Terapeutica.

A che punto siamo in Italia?

Siamo all'anno zero perché pur essendo la cannabis inserita nella farmacopea ufficiale e pur prevedendo la legislazione vigente in materia che sostanze stupefacenti possano essere usate per uso terapeutico (la morfina per esempio) in realtà non esistono specialità medicinali in commercio con questi principi attivi come avviene in altri paesi. Né è prevista una qualche deroga rispetto alla liceità della coltivazione personale che viene invece perseguita penalmente anche se fatta a scopo di autoproduzione terapeutica.

In parlamento ci sono progetti di legge in proposito?

Nella scorsa legislatura un progetto era stato presentato da Luigi Manconi, ma quel testo è ormai da considerare decaduto. Ci risulta che vi sia l'intenzione di alcuni esponenti politici di riprendere quel progetto, ampliarlo e riproporlo. Ma c'è anche un caso più significativo.

Quale?

E' la presa di posizione di un gruppo di consiglieri della Regione Lombardia, senza differenze di appartenenza, che sollecita il governo ad approntare provvedimenti per l'uso terapeutico della cannabis. E' un fatto che giudico molto significativo, per la prima su questo tema si è superata la storica e sterile contrapposizione tra proibizionisti e antiproibizionisti. Solo Lega e Alleanza nazionale non hanno firmato questo documento.

Che tipo di atteggiamento si aspetta dal governo Berlusconi?

Il fatto che il ministro della Sanità, Girolamo Sirchia, sia medico ci fa sperare che sappia affrontare questo problema senza pregiudizi. Da parte nostra, siamo già pronti a inviare, una lettera aperta con le nostre proposte, come avevamo fatto con Veronesi.

Che tipo di proposte?

Sono tre: introduzione anche in Italia delle specialità medicinali già disponibili in altri paesi europei da usare per esempio per pazienti in chemioterapia o per la stimolazione dell'appetito quanti sono affetti da Aids; avvio della sperimentazione in malattie come la sclerosi multipla dove ci sono già sufficienti evidenze scientifiche; infine individuare laboratori pubblici e istituti di ricerca da autorizzare in via sperimentale per la produzione di cannabis per uso terapeutico.

Lei è favorevole anche alla produzione in proprio di marijuana perché sia usata a scopi terapeutici?

Al primo posto c'è il diritto del paziente alla salute. Le soluzioni possono essere molteplici, non ho pregiudiziali o preferenze purché si interrompa il meccanismo che condanna i pazienti alla illegalità.


 

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