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Rassegna stampa 1999

19 marzo 1999

"Meglio i farmaci tradizionali"
L'esperto: è impossibile dosare la quantità di fumo

MILANO. "Abbiamo così tanti farmaci efficaci contro la nausea e il vomito che non vedo l'utilità di liberalizzare e diffondere il thc", dice Enzo Chiesara, docente di Farmacologia e Tossicologia dell'università di Milano.

Professore, questa ricerca consiglia l'impiego del principio attivo della marijuana su soggetti insensibili ad altri trattamenti: pazienti in chemioterapia, malati di Aids... Non vale la pena di tentare?
"Attendo una fonte ufficiale di riferimento. Per ora non sono in grado di giudicare i risultati di questa ricerca. Da quel poco che è apparso, mi sembra un'argomentazione politica, speciosa. Forse questo studio è il cavallo di Troia di qualcuno che sostiene la liberalizzazione delle droghe leggere e ne vuole avallare l'uso. Non dico che mi ricorda il caso Di Bella, ma qualche analogia c'è. Questa comunque è una mia interpretazione: per un giudizio definitivo attendo di poter leggere la ricerca".

Ma nella sua esperienza ha mai pensato di impiegare farmaci a base di thc?
"No. Abbiamo già ottimi prodotti di sintesi".

Negli Usa è approvato l'uso del "Marinol".
"Sì, è un antiemetico, cioè combatte il vomito. Ma si tratta di compresse, non di fumo".

Ne vuol fare una questione di forma?
"Assolutamente no. E' una questione soprattutto di dosaggi: il Marinol contiene una quantità predeterminata di principio attivo. Dunque può essere somministrato nella quantità voluta, se ne possono valutare scientificamente gli effetti terapeutici e le controindicazioni. Come si fa a valutare la quantità giusta di fumo per trattare un paziente in chemioterapia?".

Gli autori di questo studio suggeriscono la realizzazione di inalatori come quelli usati dai malati di asma. Cambierebbe idea in questo caso?
"Gli inalatori li impiegherei per disassuefare chi assume marijuana, non viceversa".

Nello stesso studio sono citati pazienti che hanno ricevuto grossi benefici: ripresa dell'appetito, diminuzione della nausea, attenuazione dei sintomi di malattie gravissime.
"Tutta aneddotica. La storia della medicina ne è piena. Mi ricordo alcune ricerche su topi morti dopo tre giorni di esposizione all'aria di New York. Aspettiamo le fonti scientifiche di riferimento prima di trarre conclusioni".

Possiamo almeno dire che la marijuana non è pericolosa come molti ancora oggi la dipingono?
"Questo da me non lo sentirà dire mai. La marijuana avrà effetti meno tragici di quanto dice qualcuno, ma sono convinto che non vada liberalizzata".

[s. man.]

   

 

leggete la lettera di risposta pubblicata il 23.3.99

 

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