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Usi terapeutici della Cannabis - Glaucoma Torna alla pagina precedente
POTENZIALI CAMPI DI USO TERAPEUTICO DEI DERIVATI DELLA CANNABIS
Glaucoma

Circa 30 anni fa è stato osservato per la prima volta che fumare marijuana determina un abbassamento della pressione endoculare [1].

Questo effetto è stato successivamente confermato da molti studi, sia con il semplice “fumo” di marijuana, che con la somministrazione di THC puro [2-4].
Sfortunatamente, questo effetto dura solo due-tre ore: per garantire una copertura nelle 24 ore, il paziente sarebbe costretto ad assumere la cannabis 10-12 volte al giorno, con marcati effetti sul sistema nervoso centrale, che possono interferire con il lavoro o essere sgraditi o mal tollerati, specie dai pazienti anziani.

Il meccanismo di azione dei cannabinoidi sulla pressione endoculare non è ancora del tutto chiarito. La recente scoperta di recettori CB1 nel corpo ciliare del ratto [5] e successivamente anche nell'uomo [6-7], fanno pensare che l'effetto principale dei cannabinoidi sia a livello locale, sul flusso dell'umor acqueo. Ma non trascurabile sembra anche essere l'effetto neuroprotettivo e antiossidante dei cannabinoidi nella prevenzione e nella riduzione del danno al nervo ottico, danno che si può a volte manifestare anche in presenza di una pressione endoculare non elevata (glaucoma a pressione normale).

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Sfortunatamente, i cannabinoidi naturali non sono solubili in acqua e non è stato finora possibile realizzare con essi un collirio. Solventi come l'olio di sesamo o l'olio minerale non si sono rivelati adatti.

L'uso di anandamide (il cannabinoide endogeno meglio conosciuto) ha dato qualche risultato, ma anche in questo caso siamo lontani dalle applicazioni pratiche.
Alcuni analoghi di sintesi dei cannabinoidi sono idrosolubili e sono stati sperimentati in studi clinici controllati. Per esempio, un collirio a base di un agonista sintetico dei recettori CB1 chiamato WIN 55212-2, in uno studio clinico aperto su pazienti glaucomatosi [8], si è rivelato efficace a dosi minime (25-50 milionesimi di grammo). La pressione endoculare dei pazienti trattati con il WIN 55212-2 si è abbassata fino al 30% dopo un'ora dalla somministrazione. Purtroppo, questo effetto, come accade anche con i cannabinoidi naturali, non si è dimostrato abbastanza duraturo, e quindi non è ancora sfruttabile nella pratica clinica.

 

Descrizione della malattia

Il termine glaucoma si riferisce a un gruppo di malattie dell'occhio caratterizzate da un danno progressivo al nervo ottico, almeno in parte dovuto a un aumento della pressione interna dell'occhio. Circa cento milioni di persone al mondo sono colpite da glaucoma (1,5% della popolazione oltre i 50 anni). Nella maggior parte dei casi il glaucoma è una malattia cronica asintomatica che, quando viene scoperta, è già in uno stadio avanzato. Nelle sue forme più gravi può portare alla cecità.
Nella maggior parte dei casi, il glaucoma è una malattia cronica progressiva, che richiede una terapia farmacologica costante. Le terapie classiche prevedono l'uso di farmaci o colliri che agiscono riducendo la produzione e/o aumentando il drenaggio dell'umor acqueo. Questi farmaci hanno spesso effetti collaterali non trascurabili, e inoltre possono con il tempo perdere efficacia. Anche se sono stati fatti notevoli passi avanti negli ultimi anni, molti casi di glaucoma sono ancora in attesa di una terapia ottimale.

La struttura dell'occhio
L'occhio è una sfera cava, il cui volume posteriore è occupato quasi totalmente dal corpo vitreo, una massa gelatinosa trasparente. La parete posteriore interna dell'occhio è rivestita dalla retina, il tessuto specializzato che contiene le cellule sensibili alla luce (coni e bastoncelli). Tali cellule generano impulsi nervosi che, attraverso il nervo ottico, sono portati al cervello, fino alla corteccia visiva del lobo occipitale. L'arteria centrale della retina assicura alle cellule l'afflusso di ossigeno e sostanze nutritive. Appoggiato anteriormente sul corpo vitreo, il cristallino (o lente) è una struttura trasparente che, cambiando la sua curvatura per azione del muscolo ciliare, permette la messa a fuoco degli oggetti. Davanti al cristallino, troviamo l'iride (il sottile diaframma che dà il colore degli occhi), con al centro l'apertura circolare della pupilla. E, infine, davanti alla pupilla, un sottile epitelio trasparente, la cornea. Il volume interno dell'occhio che resta davanti al cristallino è suddiviso dall'iride in camera posteriore e camera anteriore . Le due camere sono riempite dall'umor acqueo, un liquido secreto in continuazione dai processi ciliari. La pressione dell'umor acqueo (normalmente fra 10 e 21 mm di mercurio), misurabile con apparecchiature speciali, è detta pressione endoculare e contribuisce a mantenere la forma sferica dell'occhio.
La pressione endoculare è mantenuta dalla continua produzione di umor acqueo da parte del corpo ciliare. L'umor acqueo viene poi scaricato, attraverso una rete di microscopici canali, nel circolo venoso. Un aumento della produzione di umor acqueo, oppure un impedimento al suo deflusso, o uno squilibrio fra i due processi, determina un aumento della pressione interna dell'occhio: quando essa aumenta al punto da comprimere le arterie della retina e il nervo ottico, si produce un danno irreversibile e un deterioramento della visione.

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