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Usi terapeutici della Cannabis - Dolore neuropatico Torna alla pagina precedente
POTENZIALI CAMPI DI USO TERAPEUTICO DEI DERIVATI DELLA CANNABIS
Dolore neuropatico

I cannabinoidi si sono dimostrati attivi in vari modelli sperimentali di dolore neuropatico; gli studi a questo riguardo sono numerosi, e basterà ricordarne solo alcuni [24-28]. Tali studi dimostrano anche l'efficacia di questi composti nei riguardi dell'iperalgesia e dell'allodinia.

Sono inoltre riportati in letteratura vari casi clinici di dolore di tipo neuropatico che hanno tratto giovamento dai cannabinoidi, anche quando non vi era stata risposta alle normali terapie [29]. Alcuni di questi casi sono impressionanti, come quello riportato recentemente da un gruppo di medici dell'Università McGill di Montreal, uno dei più importanti centri di studio della terapia del dolore [30].

Si trattava di una donna di quarantadue anni che da quindici soffriva di dolore alla parte destra del corpo causato da una rara malattia neurologica. Era un dolore severo, con parestesie continue e sensazioni di scosse elettriche che la costringevano alla sedia a rotelle, e non era neanche più in grado di scrivere. Fu sottoposta prima ad un intervento alla mano, poi a tre interventi neurochirurgici di talamotomia. Inoltre le erano stati prescritti oppiodi, anticonvulsivanti, antidepressivi, miorilassanti, tossina botulinica, fisioterapia ed agopuntura, tutti con scarso effetto e con effetti collaterali inaccettabili. Un miglioramento del 50% si era avuto con l'applicazione nel cervello di un elettrostimolatore, che però si era poi infettato e quindi dovette essere rimosso. La paziente così tirava avanti con forti dosi di antidepressivi e di morfina, finchè un giorno non provò a fumare cannabis. Dopo aver dormito un paio d'ore si svegliò completamente senza dolore, e riuscì a scrivere e a fare qualche passo. Erano scomparse anche le parestesie e le scosse. Non ebbe più bisogno di morfina, e nonostante l'interruzione da un giorno all'altro di questa terapia non ebbe nessuna crisi d'astinenza. Se il dolore prima era di 9 in una scala da zero a dieci, e al massimo con gli interventi e le terapie scendeva a 4, con la cannabis era pari a zero. Attualmente fuma uno spinello al giorno da tre mesi, e il beneficio è continuo senza fenomeni di tolleranza.

  Anche alcuni piccoli studi su serie di pazienti confermano l'attività dei cannabinoidi in queste forme di dolore [31-32]. E' stato inoltre riportato che pazienti che assumevano il cannabinoide sintetico nabilone per via di dolori neurogeni preferivano i derivati naturali della cannabis e riferivano che questa non solo aveva effetti sul dolore, ma anche sulla depressione e l'ansietà associate [33].

Per tutti questi motivi il dolore neuropatico viene considerato uno dei campi più promettenti per ulteriori studi sugli effetti terapeutici dei cannabinoidi [34-35].
 

Cos'è il dolore neuropatico
Il dolore viene spesso considerato un campanello d'allarme che ci avverte di un possibile o reale danno. Il dolore neuropatico è un caso a sé stante, in cui un danno spesso irreversibile colpisce proprio il sistema di percezione del dolore; il "campanello" in questi casi risulta bloccato e suona in continuazione senza che sia possibile spesso fare nulla. Esempi ne sono, oltre al già citato dolore post-herpetico, il dolore da arto fantasma che può insorgere dopo un'amputazione, il dolore nelle neuropatie periferiche quali si hanno nel diabete, il dolore nelle cosiddette sindromi regionali complesse o distrofie simpatico-riflesse, e il dolore da lesioni del sistema nervoso centrale. Queste ultime possono essere sequele di un ictus, di un trauma, di tumori o dovute a malattie sistemiche. Il dolore spesso presente nella sclerosi multipla ha in molti casi questa origine.

Le caratteristiche di questo dolore variano da paziente a paziente, ma in genere si hanno sensazioni di bruciore continuo o di scosse elettriche; sono spesso presenti parestesie, cioè sensazioni anomale anche nelle zone circostanti la sede primaria del dolore. Tali sensazioni sono dette iperalgesia, quando una leggera stimolazione dolorifica crea invece un dolore molto spiccato, e allodinia quando una stimolazione non dolorifica, quale può essere il semplice strisciamento della pelle o il peso del lenzuolo, viene avvertita come dolore.

Il dolore neuropatico è spesso difficilmente curabile: gli analgesici sono spesso inefficaci, compresa la stessa morfina. Si ricorre spesso a terapie palliative con antidepressivi, o a tecniche più invasive come i blocchi anestetici, le neurostimolazioni o a interventi chirurgici, ma purtroppo non esistono ancora trattamenti specifici, e si tratta di uno dei problemi più frustranti della terapia antalgica.

 
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