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La cannabis fumata è più efficace del THC sintetico?

Dronabinol e nabilone sono commercializzati sotto forma di capsule, disponibili in differenti dosaggi, da assumere per via orale.

Man mano che il loro uso si è andato diffondendo, si è visto che l'assunzione per via orale presentava qualche inconveniente.

In primo luogo l'assorbimento per via orale è lento, pertanto le capsule vanno assunte da una a due ore prima del pasto. Questo comporta che i pazienti con nausea e vomito spesso non riescono a trattenerle il tempo sufficiente all'assorbimento.

Inoltre, l'assunzione per via orale comporta una metabolizzazione del farmaco a livello del fegato (cosiddetto first-pass epatico), con produzione di derivati metabolici meno attivi. Questo comporta spesso la necessità di somministrare dosaggi elevati di THC per riuscire ad ottenere l'effetto terapeutico, il che si traduce inevitabilmente in una maggiore incidenza di effetti collaterali

Tutto ciò spiega come mai molti pazienti trovino preferibile il ricorso ai derivati naturali assunti per inalazione, i quali risultano più efficaci e gravati da una minore incidenza di effetti collaterali sgradevoli [36]. L'effetto della cannabis inalata è infatti assai più rapido. Il paziente, inoltre, riesce a raggiungere l'effetto terapeutico con dosaggi minori, e questo comporta una minore incidenza di effetti collaterali.

A ciò si aggiunge il fatto che i derivati naturali contengono, oltre al THC, anche molti altri principi attivi (solo i cannabinoidi sono circa una sessantina). Tra questi, il cannabidiolo (CBD) sembra possedere interessanti proprietà. Si tratta di un cannabinoide non-psicotropo, che è tuttavia in grado di modulare l'azione del THC, limitandone gli effetti collaterali e prolungandone la durata di azione[37-38]. In parole povere, una 'miscela' di THC e CBD è, al tempo stesso, più efficace e meglio tollerata rispetto al THC “in purezza” presente nei derivati sintetici.

 

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