Come medico e come Presidente del Coordinamento Nazionale Associazioni Malati Cronici-Tribunale per i diritti del malato-, non posso che plaudire alla coraggiosa iniziativa intrapresa dalla costituenda associazione, tesa ad ottenere, mediante sperimentazioni cliniche condotte secondo la normativa vigente, che esige comunque che sia arruolato un numero di pazienti il più elevato possibile e non un singolo caso, l'uso terapeutico dei cannabinoidi.
Personalmente identifico in questo comportamento un possibile grimaldello per superare le diffidenze delle autorità di governo che potrebbero non consentire ai cannabinoidi, anche se successivamente validati, di abbandonare la sfera di illegalità per giungere a quella dell'eticità.
Ed è anche per i motivi suddetti che il mio atteggiamento nei riguardi di quelle associazioni e di quei medici italiani che preferiscono, in questa fase, restare alla finestra ad aspettare i risultati degli studi clinici attualmente condotti in altri paesi, è abbastanza critico.
Vi auguro un proficuo lavoro; arrivederci alle prossime occasioni alle quali cercherò di non mancare...

Cordiali saluti

Francesco Tempesta