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Uno strano mal di pancia

Ho 29 anni e conduco una vita normale: lavoro, pratico sport, esco con gli amici, ho vari hobby, ho il ragazzo.
Sono una che non si ammala mai, se gli altri stanno a letto 4-5 giorni con la febbre a 40 per via di un'epidemia di influenza io al più ho 37 e 1/2 per mezza giornata.
Eppure nonostante io abbia sempre goduto generalmente di ottima salute, qualche anno fa la mia esistenza era diventata allucinante.

La mia adolescenza è stata, come quella di molti ragazzini, un po' sofferta. Avevo problemi di comunicazione con gli altri e questo mi rendeva ansiosa, spesso depressa, nervosa.
Intorno ai 20 anni cominciai a soffrire di “problemi di stomaco”.
Cominciai dapprima ad avere difficoltà nella digestione di alcuni alimenti e successivamente comparvero delle lievi coliche addominali, per lo più in rapporto all'assunzione di determinati cibi.
In seguito il disturbo si è andato “cronicizzando” ed in media 4-5 giorni alla settimana mi capitava di avere un mal di stomaco non fortissimo, ma tedioso, che non mi abbandonava mai, fino a quando non andavo a letto a dormire. Erano ormai diventati 1000 gli “alimenti tabù”, ma nonostante stessi attentissima a cosa mangiavo, stavo spesso e volentieri male. Avevo lo stomaco perennemente gonfio, e mi trovai a non avere più appetito. Mangiavo solo perchè era ora, non perché avessi fame...

Il mio medico mi prescrisse varie cure, fra le quali una a base di donperidone, che sconsiglio vivamente a tutti visti gli effetti collaterali che ebbe su di me: dopo un po' mi si cominciò a gonfiare il seno (per la gioia del mio ragazzo, ma non della mia perché mi faceva anche parecchio male), e arrivai ad avere il latte (e non per modo di dire), il mio fisico tratteneva liquidi al punto tale che mi sembrava di essere un palloncino e mi scomparve anche il normale ciclo. In tutto ciò il mal di stomaco non accennava a diminuire. Decisi allora di interrompere la terapia che mi sembrava più dannosa che altro. Su consiglio del mio medico mi sottoposi ad ulteriori accertamenti che culminarono con una gastroscopia. Mi dissero alla fine che non avevo assolutamente nulla, e che al più avrei dovuto cercare di stare un po' più calma.
Vi assicuro che c'erano giorni in cui avrei fatto di tutto pur di farmi passare quel malefico dolorino, che mi impediva di fare le mie cose in santa pace, di vivere normalmente. Avete presente quando uno ha mal di denti e farebbe qualsiasi cosa in quel momento per farselo passare? Compreso farselo togliere con una pinza dal primo che passa?

E qui viene il bello.
Tra gli amici che frequentavo in quel periodo già da un po' giravano le “canne”. Da principio non mi ero lasciata coinvolgere in questa abitudine, ma un bel giorno, alla "tenera età" di 23 anni, spinta dalla curiosità provai anch'io.
Beh non ci crederete, ma dopo un po' che avevo iniziato il mal di stomaco scomparve!
Io stessa stentavo a convincermi che il merito fosse delle canne, di cui oltretutto facevo un consumo moderato e limitato alla sera dopocena. Ma dopo tre anni di assoluto benessere, in cui avevo ripreso a mangiare di tutto senza problemi, ne ebbi la controprova.
Una sera di fatti i carabinieri mi sorpresero a fumare in macchina in compagnia di amici. Nonostante le mie suppliche non ne vollero sapere di chiudere un occhio e mi segnalarono alla Prefettura. Fortunatamente la cosa non ebbe conseguenze, anche perchè era la prima volta, ma temendo di dover essere sottoposta alle analisi delle urine smisi immediatamente. Dopo alcune settimane fece la sua ricomparsa il mal di pancia, esattamente come prima, se non peggio. Mi sembrò di rivivere un incubo. Mi feci dei giorni interi piegata a metà sul letto dal dolore e il giorno dopo con i muscoli dolenti, e anche gli altri giorni era la stessa vecchia storia del dolorino tedioso.
Andai avanti così per un bel po' sino a quando, rassicurata del fatto che la segnalazione dei carabinieri non aveva avuto conseguenze, decisi di ricominciare a fumare.
Nell'arco di una settimana i miei disturbi sparirono nuovamente! E tuttora sto bene e mangio ciò che voglio.

Mi rendo conto che al confronto di quello di un paziente in chemioterapia o con la sclerosi multipla il mio caso può apparire banale. Io stessa sono consapevole che molto probabilmente si tratta semplicemente di un mal di pancia di origine nervosa, ma in definitiva cosa dovrei fare ? Imbottirmi di psicofarmaci ? Tutto sommato penso che una canna sia più innocua! E considerato il beneficio che ne ricavo non riesco a capire perché devo essere costretta a nascondermi …

Alessia D.

 

Cara Alessia,

stando a quello che tu ci racconti, e non abbiamo alcun motivo di dubitare della veridicità della tua testimonianza, sembrerebbe effettivamente che il tuo “mal di pancia” sia di origine psico-somatica e pertanto è verosimile che la Cannabis, sostanza notoriamente dotata di proprietà psicoattive, possa aver giocato un ruolo terapeutico. Considerati i benefici che ne ricavi, e considerata la sua scarsa tossicità, specie se comparata alla maggior parte delle sostanze psicoattive comunemente utilizzate dai medici, non riesco sinceramente a vedere perché te ne debba essere impedito l'uso.

Al di la di ciò, mi permetto di suggerire che i problemi relazionali a cui accenni nella tua lettera meritino, secondo me, un approccio più approfondito. Personalmente sono infatti abbastanza restio ad accettare l'idea che una sostanza, qualunque essa sia, possa rappresentare la soluzione di un problema che ha le sue radici nella psiche di una persona. Al posto tuo affronterei il problema alla radice, possibilmente con l'aiuto di uno psicoterapeuta qualificato.

Cordiali saluti

dott. Salvatore Grasso

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