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SUDAFRICA:  RISULTATI DI UNO STUDIO SULL'USO DI CANNABIS NEI PAZIENTI CON AIDS


Nel corso dei lavori della XIII Conferenza Internazionale sull'AIDS, svoltasi qualche settimana fa a  Durban (Sud Africa), il professor Donald Abrams, dell'Università di San Francisco, ha  presentato i risultati di uno studio sull'uso di derivati della Cannabis in pazienti con AIDS.

Si tratta di risultati preliminari, giunti dopo quattro anni di sforzi per ottenere i permessi, focalizzati principalmente sulle possibili interazioni tra i farmaci antivirali comunemente usati e i derivati della cannabis.
A livello epatico, gli inibitori delle proteasi e il THC usano infatti analoghe vie metaboliche, il che ha fatto temere possibili interazioni dannose tra le due sostanze.
Lo studio ha coinvolto 67 pazienti, in terapia con inibitori delle proteasi, tenuti in osservazione per 25 giorni, e suddivisi in 3 gruppi di trattamento: marijuana da fumare, capsule di THC (dronabinol) o placebo.

Non ci sono state differenze significative tra i tre gruppi per quanto riguarda l'andamento dei livelli del virus nel sangue (che anzi sono risultati leggermente più bassi nei pazienti che assumevano derivati della cannabis).
Ciò smentisce i timori a proposito delle possibili interazioni negative con i farmaci antivirali.
Nei pazienti trattati con derivati della cannabis (fumata o in pillole) si è osservato un guadagno medio di  2.2 kg di peso corporeo, contro 0.6 kg di quelli trattati con placebo.

"Dimostrata la sicurezza dei derivati della cannabis, pur in una popolazione così vulnerabile quale quella dei pazienti affetti da virus HIV, penso che si debba passare adesso a studi di efficacia» ha dichiarato Abrams.

(San Francisco Examiner del 13 Luglio 2000, Bollettino IACM del 23 luglio 2000)

   

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