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Medicalcannabis NEWS
CANNABIS TERAPEUTICA: CHI PAGA?

Nonostante le recenti aperture del Ministero della salute, l'accesso alle terapie con derivati della cannabis in Italia continua ad essere molto difficoltoso per un gran numero dei pazienti. Alle difficoltà intrinseche alla procedura di importazione, su cui più volte ci siamo soffermati in questa newsletter, si sommano, nelle ultime settimane, divergenze di interpretazione da parte delle Aziende Sanitarie Locali sulla spinosa questione della copertura dei costi della terapia.

Al proposito l'articolo 5 del D.M. 11.2.1997 che regolamenta le procedure di importazione dice testualmente:
"L'onere della spesa per l'acquisto dei medicinali di cui all'art.1 non deve essere imputato ai fondi attribuiti dallo Stato alle regioni e provincie autonome per l'assistenza farmaceutica, tranne il caso in cui l'acquisto medesimo venga richiesto da una struttura ospedaliera per l'impiego in ambito ospedaliero.
In quest'ultimo caso, fatti salvi i vincoli di bilancio e quelli eventualmente posti dalla normativa regionale,l'azienda ospedaliera potrà far gravare la relativa spesa nel proprio bilancio al pari dei farmaci in commercio in Italia e degli altri beni necessari per lo svolgimento delle prestazioni di assistenza sanitaria".


Tale norma è stata sin qui interpretata in maniera difforme dalle diverse ASL: in particolare sulla interpretazione di cosa si debba intendere per "impiego in ambito ospedaliero" si è assistito a comportamenti diametralmente opposti in quanto alcune ASL hanno ritenuto di poter dispensare gratuitamente il farmaco facendo ricorso alla somministrazione in Day Hospital o, con una interpretazione ancora più estensiva della norma, al regime di Assistenza domiciliare integrata (ADI), mentre altre Aziende, interpretando la norma in maniera più restrittiva hanno posto il costo della terapia interamente a carico degli utenti.

Sulla questione è recentemente intervenuto l'Ufficio Centrale Stupefacenti Ministero della Salute con due circolari che, pur essendo nate con intenti chiarificatori e nell'ottica di agevolare l'accesso alle cure, hanno finito con il complicare ulteriormente la situazione.

La prima circolare, allo scopo di facilitare l'accesso alla cura, precisa che non solo le Farmacie Ospedaliere ma anche le Farmacie Territoriali possono essere utilizzate per la gestione della importazione, specificando inoltre che a fronte di molteplici istanze è possibile, per ragioni di economia e semplificazione, inoltrare una unica richiesta di importazione cumulativa per più di un paziente.

Sollecitato a fornire chiarimenti in merito l'Ufficio Centrale Stupefacenti ha emanato una seconda circolare in cui si precisa che "Per poter adempire alle formalità previste dalla legge, anche le richieste di importazione sottoscritte da medici curanti per pazienti che non sono in regime di ricovero o di day hospital, devono quindi transitare attraverso una farmacia ospedaliera o territoriale. In questo caso, però, i medicinali non possono essere dispensati a carico del SSN. "

Tale precisazione ha fatto si che molte delle ASL (segnalazioni in tal senso ci sono giunte da Roma, Crotone, Chieti, Bolzano) abbiano dirottato le procedure di importazione dalle Farmacie Ospedaliere alle Farmacie Territoriali, ponendo così il costo a carico dei pazienti, anche per quei pazienti che in passato avevano beneficiato della copertura delle spese da parte della ASL medesima.

Si assiste pertanto al paradosso che mentre da un lato si dichiara di volersi adoperare per facilitare l'accesso alla terapia con i cannabinoidi a tutela dei diritti dei pazienti, dall'altro si viene a creare una situazione che di fatto rischia di escludere la gran parte dei pazienti dalla concreta possibilità di curarsi, stanti i costi elevati di tali farmaci.

L'Associazione Cannabis Terapeutica, sottolineando che diversi precedenti giurisprudenziali stabiliscono il diritto alla gratuità delle cure per i malati affetti da patologie croniche, si augura che l'Ufficio Centrale degli Stupefacenti vorrà ulteriormente intervenire sulla questione per sanare la incresciosa situazione venutasi a creare.

 

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