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Speciale - Cannabis Medica in Canada Torna alla pagina precedente
La situazione legale dell'uso medico di Cannabis in Canada

 

Dal 31 luglio 2001 in Canada è consentito fare uso, possedere e coltivare marijuana per scopi medici. Tali pratiche sono disciplinate dalle Marihuana Medical Access Regulations, un impianto normativo di sicuro interesse e, per certi versi, rivoluzionario, sia per la velocità con cui il governo canadese lo ha attuato, sia per i contenuti che lo caratterizzano.

AGGIORNAMENTI

CANADA: MINISTERO DELLA SALUTE CERCA NUOVI FORNITORI DI CANNABIS
06.08.06

CANADA : APPROVATO IL SATIVEX
comunicato stampa GW Pharm 19.04.05

CANADA: CAMBIANO LE REGOLE PER LA CANNABIS MEDICA
IACM Bullettin 31.10.04

CANADA: CANNABIS IN FARMACIA ?
Calgary Herald 19.02.04

LINKS

Canada, via libera alla marijuana di Stato

Marihuana Medical Access Regulations
(in formato PDF)

Office of Cannabis Medical Access
sito del Ministero della salute canadese

www.medicalmarihuana.ca

Canadians for Safe Access

Il retroscena

Il tema della marijuana medica ha cominciato a venire prepotentemente alla ribalta in seguito al caso di Terry Parker, un quarantaquattrenne di Toronto che per anni aveva fatto uso di marijuana per tenere sotto controllo l'epilessia di cui soffriva e a cui non si riusciva a trovare rimedio per altre vie. Accusato di aver violato le leggi sulla droga canadesi ma deciso nel far valere le proprie ragioni, Parker ha intrapreso un lungo iter giudiziario che lo ha portato fino alla Corte Suprema dell'Ontario, dove con una sentenza storica pronunciata il 30 luglio 2000, gli è stata riconosciuta la possibilità di continuare a coltivare marijuana per uso terapeutico personale. Nella sentenza, infatti, il giudice Rosemberg ha sottolineato che l'imputato Parker si trovava di fatto a dover scegliere tra la propria salute e il carcere e che questo aspetto violava i suoi diritti alla libertà e alla sicurezza della persona.

La medesima Corte aveva dato un anno di tempo al governo canadese per apportare le opportune modifiche alla legge sulla droga, pena la sua decadenza in quanto incostituzionale.
A questo punto, al ministro della sanità canadese Allan Rock si presentavano due strade da seguire: procedere in appello; oppure intraprendere una riforma legislativa, come indicato dalla sentenza del giudice Rosemberg.
Il ministro Rock, con un insolito coraggio politico, scelse questa seconda via, e già nell'aprile 2001 il ministero della sanità canadese formulò le linee guida da cui sono poi scaturite le attuali Regulations, rese note dallo stesso ministro Rock in una conferenza stampa tenutasi il 4 luglio 2001.

Nella medesima conferenza il ministro Rock aveva anche annunciato altre quattro decisioni prese dal governo canadese:

  • l'attuazione di un percorso di monitoraggio sull'applicazione delle nuove norme e sulla loro efficacia, con il coinvolgimento di medici, pazienti e forze dell'ordine;
  • un finanziamento di 840.000 dollari per la ricerca sull'efficacia della marijuana fumata nel trattamento della sindrome da deperimento nei malati di Aids, da tenersi presso il Community Research Initiative di Toronto;
  • l'assegnazione alla Praire Plant System Inc. dell'appalto che prevede la fornitura per cinque anni di marijuana certificata, da distribuire attraverso il sistema sanitario nazionale (da parte sua, per 5,7 milioni di dollari canadesi, la Praire Plant System si impegna a fornire i primi 250 kg entro il 2001 e 450 kg all'anno per i successivi quattro anni. La marijuana viene coltivata in una miniera abbandonata a Flin Flon, nel Manitoba);
  • l'autorizzazione - nell'attesa del primo raccolto di marijuana “legale” - ai malati che hanno ottenuto un riconoscimento dal ministero della sanità di poter comunque coltivare un limitato numero di piante o di affidare questo compito a terzi, che si impegnano a farlo al loro posto.
Il contenuto delle Marihuana Medical Access Regulations

La nuova legge, pubblicata sulla Canada Gazette del 4 luglio 2001, si basa su criteri molto semplici.
Le Regulations distinguono tre categorie di pazienti a cui è consentito il possesso di marijuana per uso medico personale.

  • Prima categoria: malati terminali con un'attesa di vita non superiore ai 12 mesi. Per questi pazienti è sufficiente la dichiarazione di un medico che attesti che sono state tentate o prese in considerazione altre forme di trattamento.
  • Seconda categoria: malati che soffrono di particolari patologie, quali la sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale, cancro, Aids/Hiv, epilessia o gravi forme di artrite, a cui sono associati sintomi specifici quali nausea, anoressia e deperimento, spasmi muscolari, convulsioni, dolore cronico. Per questi pazienti è necessaria la dichiarazione di un medico che attesti che i trattamenti convenzionali previsti per queste patologie sono stati provati e che sono risultati inefficaci.
  • Terza categoria: malati che soffrono di patologie diverse da quelle elencate nelle due precedenti categorie, per le quali i trattamenti convenzionali previsti sono risultati inefficaci. Per questi pazienti è necessaria la dichiarazione di due medici.

Per ottenere l'autorizzazione i pazienti devono:

  • compilare un modulo in cui andrà indicata la patologia, controfirmata dal medico (o dai medici, nel caso di pazienti della terza categoria), che deve indicare anche il dosaggio previsto;
  • indicare se intendono coltivare in proprio, chiedere a terzi di farlo, oppure se avere la marijuana attraverso i canali previsti dal sistema sanitario.

I malati a cui sarà consentito il possesso di marijuana per uso medico personale riceveranno una tessera dal ministero.
Nell'esame delle pratiche viene data la precedenza ai malati della prima categoria.
Ai malati è consentito detenere un quantitativo massimo di marijuana pari al dosaggio necessario per coprire un mese di cura. Ad esempio, se il dosaggio previsto è di 3 grammi al giorno, un paziente non potrà possedere più di 90 grammi alla volta.
Se un malato decide di rivolgersi a terzi per la coltivazione, dovrà rivolgersi ad una persona maggiorenne a cui verrà data, a sua volta, la licenza e una tessera di riconoscimento da parte del governo.

 
Gli ultimi sviluppi

Il 21 dicembre 2001 il ministero della sanità ha annunciato il raccolto del primo stock di marijuana “governativa”, fornito dalla Praire Plant System. La disponibilità per i pazienti non è immediata, perché il ministero sta ancora definendo alcuni aspetti “tecnici”, quali il prezzo, le modalità di confezionamento, la distribuzione.
Uno dei punti all'ordine del giorno è anche il contenuto di THC della Cannabis fornita dalla Praire Plant System. Il contratto prevedeva, infatti, un contenuto intorno al 5-6%, giudicato troppo basso da molti pazienti e da alcuni gestori dei compassion clubs, soprattutto in confronto alla marijuana disponibile sul mercato nero canadese, che ha un contenuto di THC tra il 15% e il 20%, cioè molto più forte di quella “governativa”.
Secondo il gestore di un compassion club di Edmonton, i pazienti si sentono certamente più sicuri quando acquistano marijuana di provenienza legale, ma a patto che la marijuana sia altrettanto “buona”, cioè efficace, di quella di strada e costi meno di quest'ultima. In altre parole, la marijuana prodotta dalla Praire Plant System dovrebbe essere qualitativamente alla pari con quella che si trova sul mercato nero.
A queste critiche ha risposto il presidente della Società canadese, il quale ha affermato che il suo prodotto presenta un contenuto di THC intorno al 10-12% e che i pazienti apprezzeranno la marijuana della Praire Plant System.

Verso la fine di dicembre 2001 i quotidiani canadesi hanno riportato altre due notizie.

La prima riguarda proprio la distribuzione della marijuana. A partire dalla fine di dicembre 2001, infatti, la marijuana può arrivare direttamente a casa dei pazienti, grazie alle Poste canadesi. Molti compassion clubs hanno già cominciato ad usare questo sistema e alcuni clubs hanno addirittura spedito, in occasione delle feste natalizie, piccole confezioni regalo ai pazienti.

La seconda notizia, apparsa ai primi di gennaio, riguarda l'uso di marijuana in ospedale. Infatti, gli ospedali di Edmonton e Calgary stanno mettendo a punto un progetto per consentire ai pazienti, regolarmente autorizzati all'uso di marijuana per scopi medici, di continuare a fumarla anche in ospedale, qualora fossero ricoverati. Lo scopo e' quello di mantenere una continuità nella cura, senza doverla interrompere in caso di degenza ospedaliera. Uno dei punti del progetto prevede la creazione di spazi separati per i “fumatori”, non solo per tutelare la privacy di questi ultimi, ma soprattutto per tutelare la salute degli altri ricoverati e dei medici ospedalieri.

 
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