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Belén G. Ramírez, Cristina Blázquez, Teresa Gómez del Pulgar, Manuel Guzmán, and María L. de Ceballos. Prevention of Alzheimer's Disease Pathology by Cannabinoids: Neuroprotection Mediated by Blockade of Microglial Activation. Journal of Neuroscience, February 23, 2005, 25(8):1904-1913
Un gruppo di ricercatori del Cajal Institute e della Università Complutense di Madrid guidato da Maria de Ceballos ha pubblicato i risultati di alcune ricerche che autorizzano ad ipotizzare un ruolo terapeutico dei cannabinoidi nella malattia di Alzheimer (mdA). Gli studi dei ricercatori spagnoli, pubblicati sul Journal of Neuroscience di febbraio, hanno dimostrato che i cannabinoidi possono ridurre l’infiammazione e prevenire il declino mentale associato con la malattia. Analizzando campioni di tessuto cerebrale di pazienti affetti da mdA i ricercatori hanno notato che le aree in cui erano presenti le tipiche lesioni infiammatorie degenerative erano caratterizzate da una ridotta presenza di recettori cannabinoidi CB1 rispetto ai campioni di tessuto cerebrale “sano”.
Il passo successivo è stato verificare, in un modello sperimentale animale, che la somministrazione di cannabinoidi fosse in grado di ridurre le lesioni infiammatorie e, così facendo, prevenire il declino cognitivo che caratterizza la malattia. I ratti trattati con somministrazioni di un cannabinoide sintetico, il WIN55,212-2 , hanno effettivamente mostrato una diminuzione delle lesioni infiammatorie e dei disturbi cognitivi.
"Questa ricerca non solo fa fare un gran passo avanti nella comprensione dei meccanismi patogenetici della malattia di Alzheimer, ma pone le premesse per un nuovo approccio terapeutico ", ha commentato Raphael Mechoulam, professore di biochimica all'Universita' di Gerusalemme e scopritore del THC, il principale componente attivo della cannabis. “Occorreranno tuttavia ulteriori ricerche prima di potere passare ad applicazioni cliniche sull'uomo.” |
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