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In una revisione della letteratura, pubblicata sulla rivista Biochemical Pharmacology, Beat Lutz, dopo aver passato in rassegna i pochi contributi sperimentali esistenti sull’attività pro- e anti-convulsivante dei derivati della cannabis, con particolare riguardo ai due principali cannabinoidi, il cannabidiolo (CBD) ed il tetraidrocannabinolo (THC), si sofferma sul ruolo che può svolgere il sistema endocannabinoide.
A seconda del modello sperimentale utilizzato, l’attivazione sistemica dei recettori CB1 da parte dei cannabinoidi esogeni può svolgere una funzione facilitatoria o inibitoria delle crisi, ma il concetto su cui si sofferma l’Autore è quello secondo il quale il sistema endocannabinoide svolge l’una o l’altra funzione a seconda del tipo di sollecitazione esterna che riceve. Su questa base neurofisiologica si potrebbe ridurre la frequenza delle crisi aumentando i livelli degli endocannabinoidi mediante inibizione del loro catabolismo.
Certamente la ricerca sperimentale può contribuire ancora molto alla conoscenza delle proprietà dei derivati della cannabis, ed a spiegare fenomeni ancora poco comprensibili come le capacità neurotrope del CBD che, teoricamente, non dovrebbe avere alcun effetto a livello del sistema nervoso centrale. fonte: Lutz B. On-demand activation of the endocannabinoid system in the control of neuronal excitability and epileptiform seizures. Biochemical Pharmacology 68, 1691-8, 2004 |
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