Marisa Di Pietro, membro del Consiglio Provinciale della AISM di
Teramo, annuncia, in un'intervista ad un giornale abruzzese, di
avere presentato al Consiglio Direttivo della sezione AISM di
Teramo, un ordine del giorno in cui si chiede al consiglio nazionale
dell'AISM di premere sul governo per far eliminare tutti gli
ostacoli che impediscono l'uso terapeutico dei cannabinoidi, citando
a sostegno della sua proposta il libro bianco
sugli usi terapeutici della Cannabis, recentemente presentato al
ministro della sanità Veronesi.
Per questa sua iniziativa, Marisa Di Pietro è diventata
oggetto di una "misura disciplinare" da parte del suddetto
Consiglio Direttivo.
In quanto autori del "libro bianco" in questione, ci
sentiamo in dovere di intervenire su questa vicenda, esprimendo
tutta la nostra sorpresa per la reazione del Consiglio Direttivo di
Teramo.
Fra i molti possibili utilizzi medici della Cannabis - alcuni di
efficacia già dimostrata in studi controllati in doppio
cieco, altri per i quali esistono solo evidenze preliminari - vi
è infatti il trattamento sintomatico degli spasmi muscolari
che spesso tormentano gli ammalati di sclerosi multipla.
La Cannabis è purtroppo nota ai più solo come
"droga" voluttuaria e siamo abituati al fatto che quando
si parla di "droghe", persone impreparate e non informate
possano esprimere reazioni di rifiuto pregiudiziale.
Ma che un'associazione come l'AISM - anche se solo a livello di
un Direttivo provinciale - possa, per così dire,
scandalizzarsi perché un suo membro "osa" parlare
in pubblico di utilizzo terapeutico della Cannabis, ovvero che possa
rifiutare a priori una qualunque possibilità di sollievo
sintomatico ad ammalati già duramente colpiti, è
veramente una cosa che ci lascerebbe esterrefatti.
Ma ci auguriamo che non sia così, e ciò in primo
luogo nell'interesse dei pazienti (e non solo di quelli ammalati di
sclerosi multipla).
Ci auguriamo pertanto che un pacato dibattito
all'interno dell'AISM - a partire dalla sua sezione di Teramo -
unito a un approfondimento sereno degli aspetti scientifici della
questione, portino rapidamente a una presa di posizione dell'AISM su
questo terreno.
Se ci è consentito un nostro modesto contributo a questo
dibattito, vorremmo ricordare che l'effetto antispastico della
Cannabis nei malati di sclerosi multipla è documentato in
piccole casistiche (1-5) e i suoi
possibili meccanismi fisiopatologici sono stati recentementi messi
in luce da eminenti ricercatori (6).
Trattandosi di un trattamento sintomatico, che non pretende di
avere effetti sulla progressione della malattia ma solo di curarne i
sintomi, la sua efficacia può essere valutata, con rigorosa
metodologia scientifica (4), anche
nel singolo paziente.
Al riguardo condividiamo quanto scritto da
un autorevole editorialista medico (7) che a questo proposito ha scritto:
"Ciò che realmente conta in una terapia dotata di un
così alto margine di sicurezza è se un paziente
gravemente ammalato prova sollievo dall'intervento, non se uno
studio controllato ne "dimostra" l'efficacia".
Questo non significa sottovalutare il valore degli studi clinici
controllati, condotti su ampie casistiche, di cui anzi sentiamo la
necessità, proprio per essere in grado di valutare se al di
là dei benefici sintomatologici nel singolo paziente esistano
anche effetti a lunga scadenza sulla progressione della malattia,
che pure le note proprietà antiinfiammatorie della Cannabis
autorizzano ad ipotizzare (ma questo è, al momento, solo un
auspicio!).
A questo proposito ricordiamo che alcuni di questi studi sono
già in fase avanzata di realizzazione ( v. a fianco) ma,
ahinoi, nessuno di essi coinvolge, sino ad ora, istituti di ricerca
italiani.
Una delle proposte contenute nel nostro "libro
bianco" è, per l'appunto, l'avvio di una
sperimentazione nei malati di sclerosi multipla, presso
l'Istituto Superiore di Sanità o altri Istituti di ricerca.
Il responsabile di una delle sperimentazioni attualmente in corso
in Inghilterra, il prof. Geoffrey Guy, dell'Università di
Oxford, si è dichiarato disponibile a collaborare con
colleghi italiani che desiderassero partecipare ad uno studio
multicentrico europeo.
Considerato anche l'interesse dimostrato
dal ministro Veronesi all'atto della consegna del "libro
bianco", l'AISM ritiene, o no, di voler fare sentire la sua
voce al riguardo, sostenendo, attraverso pronunziamenti ufficiali,
l'avvio di una sperimentazione anche in Italia?
Ci auguriamo che questo possa essere il punto di partenza di un
dibattito ampio e senza pregiudizi, al quale siamo comunque lieti di
aver dato il nostro contributo.
il nucleo promotore della
Associazione per l'Uso Terapeutico della Cannabis
dott. Angelo Averni, dott. Maurizio Baruffi, dott. Claudio Cappuccino, dott. Paolo
Crocchiolo, dott. Salvatore Grasso, dott. Nunzio Santalucia, Luigi A., Massimo C., Sergio G., Stefano G., Maria M., Jimmi P., Luca P., Stefania R., Ines S., Giampiero T.