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Un gruppo di ricercatori della Università degli Studi di Urbino, in collaborazione con ricercatori di numerose altre Università italiane ed estere, ha presentato i risultati di uno studio preclinico volto a verificare la efficacia di un nuovo farmaco antidepressivo che modula l'attività del sistema cannabinoide endogeno.
La ricerca è stata condotta utilizzando la molecola URB597, così siglata in omaggio all’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” nel cui laboratorio di ricerca dell’Istituto di Chimica Farmaceutica è stata sintetizzata. Gli studi preclinici, riportati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, rivelano che URB597 è in grado di bloccare la degradazione di anandamide (AEA), un derivato dell’acido arachidonico prodotto naturalmente dal nostro organismo, che agisce sui recettori cannabinoidi. Lo studio ha dimostrato che un aumento della concentrazione di AEA produce un misurabile effetto antidepressivo perché potenzia l’attività della serotonina e dell’adrenalina, due neurotrasmettitori coinvolti nei processi depressivi.
Gli autori ritengono che la scoperta sia importante perché è la prima volta che si dimostra che un farmaco che aumenta il livello cerebrale di AEA può avere un effetto antidepressivo. Questi risultati stabiliscono un nuovo paradigma per la terapia della depressione, una malattia che colpisce il 15-20% della popolazione nei paesi industrializzati e che, a tutt’oggi, viene curata con principi attivi che producono numerosi effetti collaterali e che risultano efficaci solo in circa il 30% dei pazienti.
Fonte: G. Gobbi et al. Antidepressant-like activity and modulation of brain monoaminergic transmission by blockade of anandamide hydrolysis. Proc Natl Acad Sci U S A. 2005 Dec 20;102(51):18620-5. http://www.pnas.org/cgi/content/full/102/51/18620
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