E’ passato più di un anno da quando ci siamo ritrovati l’ultima volta a discutere della questione, in occasione del convegno organizzato dalla sezione AISM di Asti nel novembre 2003. Come certamente ricorderà, già in quella circostanza, commentando gli incoraggianti risultati, appena pubblicati, dello studio inglese CAMS, la Associazione Cannabis Terapeutica sollevò il problema del come garantire, da subito, l’accesso alla terapia con cannabinoidi ai pazienti italiani. Si trattava peraltro di una posizione condivisa anche da un autorevole editoriale apparso sul Lancet (Metz L,
Lancet. 2003 Nov 8;362:1513) in cui si sosteneva che nell'attesa che ulteriori studi chiarissero gli aspetti ancora controversi "i cannabinoidi dovrebbero essere tenuti in considerazione in tutti quei pazienti in cui i trattamenti convenzionali non controllano adeguatamente i sintomi".
Da allora questa nostra convinzione si è ulteriormente rafforzata sulla base di significative conferme rappresentate dai risultati del follow-up ad un anno del CAMS e da numerosi altri studi apparsi in letteratura (di cui le risparmio le citazioni per non apparire pedante!)
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8.11.2003 Asti: Convegno Cannabis e SM
8.11.2003 Risultati dello studio CAMS
8.11.2003 Editoriale di commento ai risultati del CAMS
10.09.2004 CAMS: i risultati migliorano nel tempo
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Alla luce di tali incoraggianti evidenze il numero dei pazienti italiani che, assistiti dai loro medici curanti, hanno iniziato a porsi il problema di mettere in atto un tentativo terapeutico con i cannabinoidi è andato progressivamente aumentando.
Per tutti loro l’unico canale legale di approvvigionamento è rappresentato dalla importazione dall’estero, impresa nella quale i pazienti continuano ad incontrare non pochi ostacoli, sia burocratici che economici.
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Procedura di importazione dei cannabinoidi
Cannabis, cura ad ostacoli
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Il problema è stato coraggiosamente sollevato da alcuni di questi pazienti, nel corso di una recente puntata della trasmissione televisiva Mi manda Rai Tre. Il giorno dopo la trasmissione, l’AISM è intervenuta sulla questione, con un commento non firmato pubblicato sul sito, non già,
come ci saremmo augurati, per schierarsi a fianco di questi pazienti quanto, tra precisazioni e distinguo, per prendere le distanze da essi.
Ciò ha provocato non pochi malumori tra i pazienti iscritti all’AISM, esternati
dapprima all’interno del forum del sito e quindi in una presa di posizione collettiva, sottoscritta da oltre 500 di essi, inviata ai mezzi di comunicazione oltreché a lei personalmente, in cui si pone, con molta chiarezza e determinazione, il problema della tutela dei diritti dei pazienti desiderosi di mettere in pratica un tentativo terapeutico con i derivati della Cannabis.
Con un certo rammarico dobbiamo registrare che la sua risposta, pubblicata alla vigilia di Natale sul forum AISM, pur fornendo interessanti informazioni sull’iter della tanto attesa sperimentazione italiana su cannabis e SM, non ha affrontato il nodo centrale della questione posta dai pazienti. I quali, al di là dell’interesse per la sperimentazione (i cui risultati si avranno, nella migliore delle ipotesi, di qui ad un paio di anni), chiedono di essere sostenuti per tutelare il loro diritto alla salute qui ed oggi.
Vale la pena ricordare che a molti di loro il trattamento con i cannabinoidi ha
garantito un significativo miglioramento della qualità della vita, per difendere il quale hanno dovuto impegnarsi in logoranti battaglie contro la burocrazia del Ministero e delle ASL, sostenendo in taluni casi oneri economici non indifferenti. I pazienti si domandano se l’AISM non ritenga di dovere impegnare le proprie forze e la propria autorevolezza per far si che questa assurda situazione cessi e che le specialità medicinali a base di cannabinoidi, già disponibili in commercio in molti Paesi dell’Unione Europea, siano messe a disposizione dei pazienti italiani senza dover sottostare ad estenuanti trafile burocratiche e ponendo i costi della terapia a carico del Sistema Sanitario Nazionale.
E’ una domanda che, con questa lettera aperta, ci permettiamo di reiterare e a cui ci auguriamo l’AISM vorrà fornire una risposta adeguata.
Cordiali saluti
Salvatore Grasso
presidente ACT
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17.11.2004 Cannabis e SM a Mi manda Rai3
19.11.2004 Commento apparso sul sito AISM
Cannabis e SM: in cinquecento chiedono libertà di cura
24.12.2004 Risposta del Prof. Battaglia. presidente AISM
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