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Rassegna stampa 2001


Gentile redazione de Il Gazzettino,

ringraziandovi per l’ampio spazio da voi dedicato giorno 27 aprile, sulle pagine di Rovigo, all’uso terapeutico della Cannabis , vi chiediamo ospitalità per potere obbiettare a quanto affermato dal medico da voi, in quell’occasione, intervistato. Dobbiamo purtroppo lamentare che il vostro interlocutore ha dimostrato di non conoscere l’argomento in questione, sia da un punto di vista medico che legislativo.

Il dottor Smacchia esordisce, nell’intervista a voi rilasciata, dicendo che: “I farmaci ufficiali, però, sono più specifici della cannabis e hanno un effetto più mirato nei confronti delle patologie come quelle segnalate da Sergio”.

Questa affermazione è vaga e lacunosa. La Cannabis ha riconosciuto effetto antispastico e, a parte il caso di Sergio Giacomella, molti pazienti affetti da malattie progressivamente invalidanti come la sclerosi multipla affermano che essa è più efficace nel controllo della sintomatologia spastica rispetto ai farmaci oggi comunemente usati e inoltre priva di spiacevoli effetti collaterali presenti negli stessi. Del resto questa efficacia, oltre che da una vasta serie di testimonianze di malati, è supportata dall’interesse che la comunità scientifica mondiale e le case farmaceutiche stanno mostrando oggi verso questa sostanza. Per fare solo un esempio in Inghilterra si è appena conclusa la terza fase di una ricerca effettuata dalla GW Pharmaceutical la quale è stata autorizzata dal governo britannico a coltivare Cannabis dalla quale ha estratto i principi attivi che sono stati somministrati per via sublinguale a 3000 malati di sclerosi multipla con risultati tanto positivi che nei giorni scorsi la stessa casa farmaceutica ha annunciato che prevede di anticipare al 2003 ( si era previsto di non farlo prima del 2005 ) la registrazione e la messa in commercio del farmaco; è, inoltre, di pubblico dominio che farmaci a base di THC (uno dei principi attivi della cannabis ) sintetico sono già da tempo registrati ed in commercio negli USA e in molti paesi europei con precise indicazioni terapeutiche.

«La cannabis – prosegue Smacchia - ha anche effetti farmacologici e agisce a livello cerebrale con l'alterazione della percezione della realtà che ci circonda come, per esempio, i suoni e i colori».

Questa affermazione dimostra, se ancora vi fossero dubbi, che il dottor Smacchia conosce della Cannabis solamente gli effetti dislettici, cioè gli effetti sul sistema nervoso centrale, per lo più piacevoli, che i consumatori ludici di Cannabis apprezzano. Ci permettiamo di fare notare che, al contrario di quanto un profano possa intendere dalla precedente dichiarazione, tanti altri sono gli effetti farmacologici conosciuti dei principi attivi della Cannabis oltre quelli già citati che intervengono nel controllo della spasticità , molti dei quali si esplicano a livello di sistema nervoso centrale ( a livello celebrale ), mentre proprio quelli citati da Smacchia non possono essere considerati effetti farmacologici.

«Da un punto di vista legale, - precisa Smacchia - è sicuramente una cura non consentita perchè il nostro ordinamento non prevede ancora la liberalizzazione delle droghe leggere».

Questa affermazione ci lascia molto perplessi. Il dottor Smacchia mostra di non conoscere, e dovrebbe, la normativa vigente in materia di sostanze psicotrope e/o stupefacenti la quale prevede che l’unico utilizzo lecito di queste sostanze sia proprio quello medico.

Come non occorre liberalizzare l’uso di morfina e derivati perché essi possano essere utilizzati in medicina ( il dottor Smacchia dovrebbe sapere che le pericolose “droghe” il cui abuso combatte quotidianamente sono anche farmaci insostituibili, il cui uso medico non solo non è mai stato proibito nel nostro paese ma addirittura incentivato nell’ultimo periodo da precise direttive del Ministero della Sanità) così non occorre liberalizzare l’uso della Cannabis perché la si possa prescrivere per uso terapeutico; la Cannabis è infatti già oggi prescrivibile per uso terapeutico ai sensi dell’art. 43 del T.U. 309/90 ( testo unico sulle sostanze stupefacenti e psicotrope ), essendo inserita nella Farmacopea Ufficiale Italiana in tabella II della tabella 7. In teoria un medico potrebbe, ai sensi della legge vigente prescrivere un preparato galenico a base di Cannabis, ed il farmacista dovrebbe, ai sensi della stessa legge, attivarsi per preparare il farmaco al paziente, solo che non avrebbe dove procurarsi la materia prima.

Cordialmente ACT
Associazione per la Cannabis Terapeutica

 

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