La comunità Incontro esprime le sue riserve sull'utilizzo di
marijuana a scopo terapeutico come nella vicenda del ragazzo
tetraplegico di Castelguglielmo.Continua la serie di polemiche innescate
dalla storia di Sergio Giacomella, il ventiseienne tetraplegico di
Castelguglielmo che da un anno assume cannabis (marijuana) 4 volte al
giorno, a scopo terapeutico, per ridurre il dolore e gli spasmi
muscolari.
«Mi
sto chiedendo che tipo di segnali stiano arrivando ai nostri ragazzi -
inizia Leonardo Gasparetto, coordinatore regionale della comunità
Incontro - soprattutto vorrei far presente che è impossibile dividere
le droghe tra leggere e pesanti: tutte fanno male senza distinzione di
sorta. E io lo posso ben dire visto che sono stato schiavo della
tossicodipendenza per 18 anni».
Secondo
Gasparetto, è importante non confondere i giovani con messaggi
contraddittori. E il compito degli educatori risulta essere fondamentale
in questo senso: «Come si può dire che queste sono sostanze pericolose
se poi vengono medicalizzate e addirittura si parla persino della loro
liberalizzazione» continua Gasparetto. ma sono anche altri i motivi
d'inquietudine: «Mi preoccupa il senso di "gioco" con il
quale il problema droga viene trattato. Ottocento morti all'anno per
overdose da eroina non sono un argomento da trattare con leggerezza».
E qui
Gasparetto punta il dito anche sulla diffusione di tanti siti Internet
nei quali possono essere acquistate droghe, dalle piantine di marijuana
agli acidi, liberamente e senza nessun controllo e aggiunge: «Tra
qualche anno ci sarà un riflusso di ragazzi fortemente alterati dal
consumo di sostanze eccitanti e non si può pensare di curarli fornendo
loro dell'altra droga come alternativa. Ritengo che questi siano solo
dei tamponi tossicologici che non possono arrivare a una risoluzione».
Di responsabilità parla anche Gianni Saccardin, educatore per
tossicodipendenti: «Da anni ormai il Ministero della pubblica
istruzione invia miliardi alle scuole per il programma di educazione
alla salute. Ma se poi proprio il Ministro dichiara che anche i docenti
fanno uso di droghe leggere, che credibilità possono avere questi
educatori agli occhi degli studenti? Ognuno è libero di dire la sua
opinione, ma non contraddicendosi nei termini».
Anche
don Silvio Baccaro, da anni vicino alla comunità Incontro, interviene
su questo argomento: «E' opportuno dare voce a questa realtà giovanile
che si sta diffondendo. Sono convinto che si debba formare un ponte tra
società, scuola e famiglia per poter dare solo dei messaggi positivi ai
nostri ragazzi».
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